Papa: le religioni condannino il terrorismo in loro nome

Papa Francesco nella Moschea Blu ANSA/OSSERVATORE ROMANO
Papa Francesco nella Moschea Blu      ANSA/OSSERVATORE ROMANO
Papa Francesco nella Moschea Blu
ANSA/OSSERVATORE ROMANO

CITTA’ DEL VATICANO. – “Siano condannati in modo chiaro questi atteggiamenti iniqui, che profanano il nome di Dio e inquinano la ricerca religiosa dell’uomo. Siano invece favoriti, ovunque, l’incontro pacifico tra i credenti e una reale libertà religiosa”. Lo ha chiesto il Papa, dopo aver citato “violenze, conflitti, rapimenti, attacchi terroristici”, giustificati con la fede in Dio, nella udienza a circa 200 esponenti di diverse fedi, da organizzazioni e associazioni caritative, impegnate in prima linea sul fronte della solidarietà.

“Siano le religioni – ha auspicato – grembi di vita” per l’umanità. Il Papa ha dato udienza nella Sala Clementina, ai circa 200 tra islamici, cristiani, induisti, ebrei, buddisti, cristiani e di altri credi. Subito dopo invece, informa il Sir, ha incontrato una delegazione del Consiglio francese del culto musulmano guidata dal presidente Anour Kbibech.

Lo stile della misericordia, “fatto di amore disinteressato, servizio fraterno, condivisione sincera”, ha ricordato papa Bergoglio, “è lo stile a cui sono chiamate pure le religioni per essere, particolarmente in questo nostro tempo, messaggere di pace e artefici di comunione; per proclamare, diversamente da chi alimenta scontri, divisioni e chiusure, che oggi è tempo di fraternità”: questo l’asse portante del discorso papale di oggi. ”

Perciò – ha aggiunto papa Francesco – è importante ricercare l’incontro tra di noi, un incontro che, senza sincretismi concilianti, ‘ci renda più aperti al dialogo per meglio conoscerci e comprenderci; elimini ogni forma di chiusura e di disprezzo ed espella ogni forma di violenza e di discriminazione'”, ha detto citando il testo con cui ha indetto il giubileo.

“In un mondo agitato e con poca memoria, che va di corsa lasciando indietro molti e senza accorgersi di rimanere senza fiato e senza meta, – ha osservato papa Francesco – abbiamo oggi bisogno, come dell’ossigeno, di questo amore gratuito che rinnova la vita”.

“La misericordia – ha rilevato – si estende anche al mondo che ci circonda, alla nostra casa comune, che siamo chiamati a custodire e a preservare dal consumo sfrenato e vorace. Occorre – ha detto ai circa 200 esponenti di diverse religioni – il nostro impegno per educare alla sobrietà e al rispetto, a un modo di vivere più semplice e ordinato, dove si utilizzino le risorse del creato con saggezza e moderazione, pensando all’umanità intera e alle generazioni future, non solo agli interessi del proprio gruppo e ai vantaggi del proprio tempo.

Oggi specialmente, ‘la gravità della crisi ecologica – ha osservato citando la ‘Laudato sii’ – esige da noi tutti di pensare al bene comune e di andare avanti sulla via del dialogo che richiede pazienza, ascesi e generosità”. Circa l’incontro con il Consiglio francese del culto musulmano, il vescovo di Evry, Michel Dubost, ha riferito al Sir che “per noi – ha spiegato – era importante che il Papa potesse manifestare al Consiglio del culto musulmano di Francia il suo rispetto e il suo affetto.

In Francia – ha aggiunto – si ha l’impressione che i musulmani siano guardati come terroristi, fautori di guerra. E soprattutto dopo l’assassinio di padre Hamel era importante che i musulmani francesi sentissero vicino i cattolici e che i cattolici potessero dire quanto li rispettiamo e desideriamo vivere con loro. Il messaggio è oggi dire: non fermiamoci di fronte alle difficoltà ma, come ci ha indicato il Papa, impegniamoci a camminare tutti, gli uni accanto agli altri, sul cammino della misericordia”.

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