Lo spread torna ai livelli Brexit, effetto Trump e referendum

A trader watches his screens when the curve of the German stock index DAX went up close to 10,000 points again at the stock market in Frankfurt, Germany, Tuesday, Aug. 25, 2015. (ANSA/AP Photo/Michael Probst)
A trader watches his screens when the curve of the German stock index DAX went up close to 10,000 points again at the stock market in Frankfurt, Germany, Tuesday, Aug. 25, 2015. (ANSA/AP Photo/Michael Probst)
A trader watches his screens when the curve of the German stock index DAX went up close to 10,000 points again at the stock market in Frankfurt, Germany, Tuesday, Aug. 25, 2015. (ANSA/AP Photo/Michael Probst)

ROMA. – L’onda lunga della vittoria di Donald Trump agita ancora i mercati, ed è la stessa Banca centrale europea a parlare di un “effetto contagio” dagli Usa all’Europa, dovuto all’incertezza degli scenari politici che si aprono dopo l’affermazione del magnate americano.

Un contagio che colpisce tutti i titoli periferici europei e in particolare lo spread italiano, volato a oltre 180 punti base a meno di un mese dal referendum del 4 dicembre, in un clima globale di calo dei titoli di Stato e allargamento dei premi di rischio. Il differenziale pagato dai titoli italiani è balzato fino a 184 punti base – ai massimi dalla fiammata a 185 fatta il 24 giugno, all’indomani del voto che ha decretato la Brexit – prima di rallentare la corsa e fermarsi in chiusura a 174, in rialzo da 171 di venerdì.

“Ovvio, se c’è incertezza aumenta”, è il commento del premier Matteo Renzi da Bergamo. Alle prese con un voto referendario imminente, al quale Renzi ha inizialmente legato il proprio mandato, salvo poi sfumare la propria posizione, l’Italia è chiaramente in cima alla ‘watch list’ dei mercati.

Lo spread è a un passo dai massimi di due anni. E il differenziale fra Roma e Madrid sfiora i 60 punti base, ai massimi dal febbraio 2012, in piena emergenza finanziaria. Gian Maria Mossa, direttore generale di Banca Generali, è convinto che sui mercati “ci aspettano tutti al dopo referendum”.

Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera, è invece convinto che Renzi cerchi di “aizzare” la speculazione: “cerca la tempesta perfetta per addossarne, ovviamente, la colpa all’eventuale e sempre più probabile vittoria del No”.

Ma di fatto lo spread sul bund tedesco sale per tutti i periferici europei, con la Spagna a quota 119 e il Portogallo a 319. E’ un fenomeno globale: la prospettiva di un’espansione di bilancio massiccia come quella prospettata dal piano di Trump di investimenti strutturali e tagli alle tasse sta provocando un’uscita in massa degli investitori dai titoli di Stato, specie quelli a lunga scadenza. Fuga più accentuata per quelli ‘periferici’ o a più alto rendimento (da qui il rialzo degli spread), che potrebbe persino sfuggire di mano per i Paesi emergenti.

Nel frattempo si ferma lo slancio delle Borse, con Milano unica borsa negativa in Europa (-0,75% contro il +0,32% dello Stoxx 50) e New York che gira in rosso. Una situazione rischiosa che potrebbe danneggiare l’economia anche in Europa, e che non sfugge alla Bce.

“E’ un contagio proveniente dagli Stati Uniti”, spiega il vice presidente Vitor Constancio, “il rischio più grande è relativo ad una possibile inversione di tendenza a livello globale dei premi di rischio che potrebbe causare un effetto contagio e impattare sui prezzi degli asset”. E la situazione è “esacerbata dall’aumento dell’incertezza politica nelle economie avanzate”.

La Bce per il momento non vede “nessun motivo” per reagire, ma al consiglio direttivo di dicembre, a maggior ragione dopo il voto Usa, tutti danno per scontato un allungamento del quantitative easing. Ed è chiaro che la situazione italiana è tenuta d’occhio con attenzione.

(di Domenico Conti/ANSA)

Lascia un commento