ROMA. – L’onda lunga della vittoria di Donald Trump agita ancora i mercati, ed è la stessa Banca centrale europea a parlare di un “effetto contagio” dagli Usa all’Europa, dovuto all’incertezza degli scenari politici che si aprono dopo l’affermazione del magnate americano.
Un contagio che colpisce tutti i titoli periferici europei e in particolare lo spread italiano, volato a oltre 180 punti base a meno di un mese dal referendum del 4 dicembre, in un clima globale di calo dei titoli di Stato e allargamento dei premi di rischio. Il differenziale pagato dai titoli italiani è balzato fino a 184 punti base – ai massimi dalla fiammata a 185 fatta il 24 giugno, all’indomani del voto che ha decretato la Brexit – prima di rallentare la corsa e fermarsi in chiusura a 174, in rialzo da 171 di venerdì.
“Ovvio, se c’è incertezza aumenta”, è il commento del premier Matteo Renzi da Bergamo. Alle prese con un voto referendario imminente, al quale Renzi ha inizialmente legato il proprio mandato, salvo poi sfumare la propria posizione, l’Italia è chiaramente in cima alla ‘watch list’ dei mercati.
Lo spread è a un passo dai massimi di due anni. E il differenziale fra Roma e Madrid sfiora i 60 punti base, ai massimi dal febbraio 2012, in piena emergenza finanziaria. Gian Maria Mossa, direttore generale di Banca Generali, è convinto che sui mercati “ci aspettano tutti al dopo referendum”.
Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera, è invece convinto che Renzi cerchi di “aizzare” la speculazione: “cerca la tempesta perfetta per addossarne, ovviamente, la colpa all’eventuale e sempre più probabile vittoria del No”.
Ma di fatto lo spread sul bund tedesco sale per tutti i periferici europei, con la Spagna a quota 119 e il Portogallo a 319. E’ un fenomeno globale: la prospettiva di un’espansione di bilancio massiccia come quella prospettata dal piano di Trump di investimenti strutturali e tagli alle tasse sta provocando un’uscita in massa degli investitori dai titoli di Stato, specie quelli a lunga scadenza. Fuga più accentuata per quelli ‘periferici’ o a più alto rendimento (da qui il rialzo degli spread), che potrebbe persino sfuggire di mano per i Paesi emergenti.
Nel frattempo si ferma lo slancio delle Borse, con Milano unica borsa negativa in Europa (-0,75% contro il +0,32% dello Stoxx 50) e New York che gira in rosso. Una situazione rischiosa che potrebbe danneggiare l’economia anche in Europa, e che non sfugge alla Bce.
“E’ un contagio proveniente dagli Stati Uniti”, spiega il vice presidente Vitor Constancio, “il rischio più grande è relativo ad una possibile inversione di tendenza a livello globale dei premi di rischio che potrebbe causare un effetto contagio e impattare sui prezzi degli asset”. E la situazione è “esacerbata dall’aumento dell’incertezza politica nelle economie avanzate”.
La Bce per il momento non vede “nessun motivo” per reagire, ma al consiglio direttivo di dicembre, a maggior ragione dopo il voto Usa, tutti danno per scontato un allungamento del quantitative easing. Ed è chiaro che la situazione italiana è tenuta d’occhio con attenzione.
(di Domenico Conti/ANSA)