Brusca frenata delle assunzioni stabili, -32% in 9 mesi

Boom lavoro a chiamata
Brusca frenata assunzioni stabili, -32% in 9 mesi
Brusca frenata assunzioni stabili, -32% in 9 mesi

ROMA. – Il taglio degli sgravi contributivi sulle assunzioni a tempo indeterminato nel 2016 si riflette sulla nuova occupazione stabile: nei primi nove mesi dell’anno – secondo i dati dell’Osservatorio sul precariato dell’Inps – le nuove assunzioni a tempo indeterminato sono state 925.825 a fronte delle 1.368.405 dei primi nove mesi del 2015 (quando era prevista la decontribuzione previdenziale piena) con una riduzione del 32%.

Se si guarda al saldo totale dei contratti stabili (assunzioni a tempo indeterminato comprese le trasformazioni meno le cessazioni sempre a tempo indeterminato) il dato dei primi tre trimestri del 2016 resta positivo con 47.455 unità ma comunque inferiore non solo rispetto al 2015 (-90% rispetto al saldo di 519.690 unità) ma anche al 2014 quando il saldo fu di oltre 104.000 unità.

Prosegue la corsa dei voucher che in 9 mesi si avvicina alle vendite fatte nell’intero 2015 (115 milioni) con oltre 109 milioni di voucher venduti e segna un +34,6% anche se è probabile che nei prossimi mesi la stretta sulle regole per l’utilizzo dei buoni lavoro inverta il trend.

L’Osservatorio rileva anche un aumento dei licenziamenti complessivi (+4%) con un boom per quelli disciplinari (+28%), in particolare nelle imprese con più di 15 dipendenti (+32%). Il presidente dell’Inps, Tito Boeri sottolinea che l’aumento è compatibile con un calo del tasso di licenziamento nel periodo considerato (dal 4,2% al 4,1%) e che questo è legato all’aumento consistente dell’occupazione a tempo indeterminato.

La crescita dei licenziamenti disciplinari invece (per giusta causa o giustificato motivo) secondo Boeri invece è spiegabile anche con l’entrata in vigore della norma sulle dimissioni on line, procedura questa ancora molto complicata soprattutto per i lavoratori stranieri. Nel periodo – spiega – sono diminuite le dimissioni ed è aumentato il numero dei licenziamenti anche grazie al fenomeno di lavoratori che si sono resi irreperibili senza dare le dimissioni on line costringendo il datore di lavoro al licenziamento disciplinare.

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