Salvini a Mosca, anche Lenin voterebbe “No” alla riforma

Salvini a Mosca
Salvini a Mosca
Salvini a Mosca

MOSCA. – Tour elettorale (e di contatti politici) a Mosca per Matteo Salvini in piena campagna referendaria. Il leader della Lega – che nella capitale russa ormai è di casa – ha infatti incontrato i connazionali del “Comitato per il No” in un hotel del centro dove ha ribadito le posizioni del Carroccio.

“Anche Lenin voterebbe contro”, assicura scherzando l’europarlamentare che nella vittoria di Trump negli Usa legge il vento del cambiamento dal quale la Lega non vuol restare esclusa. “Noi – osserva – abbiamo capito prima di altri da che parte stava andando la globalizzazione e ora che i popoli si stanno liberando mi seccherebbe arrivare per ultimo”.

Il riferimento è ovviamente ai due terremoti politici recenti – Brexit e Trump – ma anche a quelli – spera Salvini – futuri. Cioè le presidenziali in Francia e Austria e le politiche in Germania e Olanda. “Basta con questa Ue, causa dei tre quarti dei nostri mali, versione peggiore dell’Unione Sovietica”, che prima viene smontata “meglio è”. E basta anche con la “finta democrazia esportata con le bombe” e la Nato che “pianifica la guerra con la Russia”.

Salvini si augura dunque che il presidente-eletto degli Usa sia “coerente” con quanto detto in campagna elettorale e si dia inizio al domino. Con un occhio ben fisso sulle sanzioni. Tanto che alla fine “ammette” che “sarebbe onorato” di ospitare “magari a Milano” un “incontro tra Trump e Putin”.

“Il 2017 – sottolinea – è l’anno in cui potrebbero essere tolte: alle aziende italiane sono costate sei miliardi di euro”.

Salvini, prima di affrontare le questioni italiche, si è recato in mattinata alla Duma dove ha incontrato il deputato Serghei Zheleznyak, vice segretario per le relazioni esterne di Russia Unita, il partito di governo, e Georgy Muradov, vice premier della Crimea.

“Ogni volta che torno dalla Russia scrivono che ho preso i rubli di Putin ma se mi guardo nelle tasche non trovo nulla…”. Poi, passeggiata sulla Piazza Rossa dove ha attirato l’attenzione di due poliziotti sfoggiando un manifesto per il “No”: in Russia infatti è vietato mostrare striscioni politici senza autorizzazione.

Mosca, ad ogni modo, è ormai meta di ‘pellegrinaggio’ per molti movimenti antisistema (italiani e non) come testimonia peraltro la recente visita di una delegazione di parlamentari pentastellati. Che pure hanno avuto incontri politici oltre che un dibattito con il “Comitato per il No”. E qui si torna alla “strategia unica”.

“Prima mandiamo a casa quel bugiardo patentato di Renzi e poi andiamo a elezioni, non pensino di rifilarci il quarto premier non eletto”, dice Salvini alla cinquantina di connazionali che sono venuti ad ascoltarlo. Quindi s’informa su come va la consegna delle schede elettorali.

“Mi dicono che sul voto all’estero si sta facendo un mercato indegno, segnalatemi tutto, apriremo un dossier e andremo fino in fondo”. In chiusura selfie di rito e battute sul derby Milan-Inter. Ogni voto alla fine conta.

(di Mattia Bernardo Bagnoli/ANSA)

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