Il paracadute della Bce sul voto, pronti ad acquisti limitati

Draghi e Juncker
Draghi e Juncker
Draghi e Juncker

ROMA. – La Bce offre il suo ‘paracadute’ sull’esito del referendum italiano: Francoforte potrebbe intervenire con un’accelerata agli acquisti di Btp se il ‘no’ facesse impennare lo spread. Ma solo per qualche giorno, o settimana. Fonti della banca centrale spiegano all’agenzia Reuters che potrebbe esserci un intervento temporaneo e limitato. Che l’Eurotower potrebbe muoversi con un’accelerata agli acquisti di Btp, se ritenesse che sarebbe sufficiente a spegnere i timori sulla tenuta del debito italiano, e delle banche.

Timori riattizzati dall’indice tedesco Sentix, secondo cui la probabilità di un addio della Penisola all’Eurozona, nella percezione degli investitori, è volata al 19,3%, mai così alta dal giugno 2012.

Che i mercati siano in alta tensione, del resto, lo testimonia lo spread: nonostante il quantitative easing della Bce, nonostante la quasi-promessa che l’8 dicembre Draghi annuncerà un prolungamento di sei mesi fino a settembre 2017 degli acquisto di debito, le banche italiane sprofondano da mesi e il differenziale Italia-Germania ha sfondato ieri quota 192, massimo da marzo 2014.

I rischi sono ben evidenti a tutti: se tornano a salire i rendimenti dei Btp, il costo del debito italiano vola, presentando un conto in grado di smontare la legge di bilancio. Basta guardare all’asta di oggi sui Btp, con i tassi sul decennale (collocato per 1,5 miliardi) e del cinque anni (1,75 miliardi) balzati ai massimi da giugno 2015.

I mercati respirano: complici forse anche le indiscrezioni da Francoforte, lo spread rallenta a 172 punti base e la Borsa di Milano segna un rialzo del 2,13%. Positive anche Parigi (+0,91%) e Francoforte (+0,36%), negativa invece Londra (-0,40%). Oltreoceano Wall Street, dopo un avvio debole, viaggia in rialzo col Dow Jones a +0,20% e il Nasdaq a +0,60%.

Ma è davvero l’instabilità e la volatilità pre-referendaria a muovere l’Eurotower, dopo che ieri Draghi a precisa domanda di un europarlamentare sul voto italiano aveva opposto multipli ‘no comment’? E’ chiaro che a Francoforte si osserva con attenzione a quanto succede in Italia.

Che si ha ben presente il momento difficile dell’Eurozona, con l’onda nazionalistica di Brexit e Trump. Ma Francoforte vuole anche smarcarsi dal dibattito e dalle strumentalizzazioni italiane, sia da parte del fronte del ‘sì’ che cavalca lo spettro dei mercati sia del ‘no’ che minimizza. La Bce, insomma, non vuole farsi ‘tirare la giacchetta’.

E precisa informalmente cosa può e non può fare. E non è che possa fare molto. Se il referendum dovesse infiammare i mercati, la Bce potrebbe far ricorso a quella “flessibilità” già prevista nelle regole del ‘PSPP’, il programma di acquisto di debito: non è tenuta a rispettare ogni mese la regola che vuole acquisti per ciascun Paese commisurati alla quota nel capitale della Bce.

E dunque a dicembre potrebbe comprare più Btp italiani e meno Bund tedeschi. Aiutata dal ‘front loading’, la necessità di accelerare gli acquisti di bond in vista della pausa natalizia degli acquisti che termina il 2 gennaio 2017. Un piccolo aiuto del tutto insufficiente, si avverte da Francoforte, se serve aiuto nel lungo termine o se le banche italiane sfuggono di mano.

In questo caso l’Italia dovrà attivare l’Esm, il meccanismo di salvataggio europeo. Che consentirebbe un salvataggio mirato per le banche (si parla di 40 miliardi di euro sul quotidiano conservatore inglese Telegraph) con annesso bail-in completo. E permetterebbe alla Bce di intervenire non con il quantitative easing, nato per contrastare la deflazione.

Ma con acquisti mirati e illimitati (sotto l’acronimo OMT) di debito italiano. Il solo evocare quest’ipotesi, nonostante il Qe a pieno ritmo, fa capire quanto faccia paura l’ipotesi di un vuoto politico dopo Renzi. Ma anche quanto i mercati continuino a considerare l’Italia un paese a rischio nonostante le sue riforme.

(di Domenico Conti/ANSA)

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