Mister Starbucks tentato dalla politica?

Starbucks Corp. CEO Howard Schultz durante la cerimonia di apertura di una nuova sede.
Starbucks Corp. CEO Howard Schultz durante la cerimonia di apertura di una nuova sede. (AP Photo/Kin Cheung)
Starbucks Corp. CEO Howard Schultz smiles during a ceremony marking the 10th anniversary of the first open Starbucks coffee shop in Hong Kong Thursday, April 15, 2010.  (AP Photo/Kin Cheung)
Starbucks Corp. CEO Howard Schultz smiles during a ceremony marking the 10th anniversary of the first open Starbucks coffee shop in Hong Kong Thursday, April 15, 2010. (AP Photo/Kin Cheung)

NEW YORK.- Howard Schultz, uomo simbolo di Starbucks e uno dei manager più in vista negli Stati Uniti, fa un passo indietro e si dimette da amministratore delegato della più grande catena di caffè al mondo. Ufficialmente per affrontare una nuova entusiasmante sfida: quella di creare una nuova catena di negozi di lusso per il caffè, in occasione dei 45 anni del gruppo di Settle.

Ma in queste ore si moltiplicano le voci su una sua possibile discesa in politica – lui fermo oppositore di Donald Trump – nel momento in cui i democratici sono alla ricerca disperata di nuovi volti e nuovi leader. Del resto Schultz, 63 anni, si è sempre sentito stretto nei panni del semplice dirigente di azienda.

E negli ultimi anni ha fatto di Starbucks non solo leader mondiale nel suo settore, con oltre 25 mila negozi in 75 Paesi, dalla Cina a Dubai, passando per tutta l’Europa. Ma anche parte attiva nel dibattito nazionale e portavoce di battaglie come quella contro le armi da fuoco, i diritti degli omosessuali, la lotta al razzismo e quella alle rette universitarie troppo alte per gli studenti americani.

Sempre molto vicino a Barack Obama, Schultz – considerato un ‘visionario’ al pari di personaggi come Steve Jobs – ha fatto attivamente campagna per Hillary Clinton e ha definito la vittoria di Donald Trump “scioccante ed incredibile”. Alcuni commentatori e alcuni dei suoi amici più vicini non hanno escluso in tempi recenti l’ipotesi che un giorno possa decidere di correre per la Casa Bianca.

Per ora lascerà il posto di chief executive officer al fidato Kevin Johnson, 56 anni, suo amico e attuale responsabile finanziario del gruppo. Mentre lui manterrà l’incarico di presidente. Il cambio della guardia è previsto per il prossimo 3 aprile.

“Questo è un grande giorno per me. Amo la mia società al pari della mia famiglia”, le sue prime parole dopo l’annuncio. Quel che è certo è che continuerà a viaggiare in lungo e largo per gli Stati Uniti, per promuovere le questioni sociali a cui è legato e per portare avanti una battaglia in cui crede moltissimo: correggere le disfuzioni di Washington e della politica, quelle disfuzioni che hanno portato al trionfo del populismo di Donald Trump.

Johnson, che diventerà nuovo numero uno, ha un passato di grande esperienza, avendo lavorato per anni anche a fianco di Steve Ballmer, ex Ceo di Microsoft. E’ arrivato a Starbucks nel 2015. Intanto nelle contrattazioni after hours il titolo di Starbucks è schizzato quasi del 4%.

(di Ugo Caltagirone/ANSA)

Lascia un commento