Sul voto estero è rischio bagarre, il fronte del No in trincea

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ROMA. – Quanto inciderà il voto degli italiani all’estero sull’esito finale? La domanda, nel tam tam pre-voto, prende corpo esponenzialmente trascinandosi dietro il rischio che, se il Sì dei connazionali residenti fuori dall’Italia risultasse decisivo, scoppi una vera e propria bagarre.

Il fronte del No è ormai in trincea da giorni e non accenna ad abbassare il tiro. “I voti all’estero sono inventati o comprati da Renzi”, attacca Matteo Salvini laddove Massimo D’Alema incalza: “sul voto all’estero bisogna essere vigilanti e organizzati”. Parole sulle quali è netta la replica del premier Matteo Renzi: “le polemiche stanno a zero, siamo seri”.

Eppure, nel giorno in cui le schede elettorali ‘atterrano’ a Fiumicino da dove saranno trasportate a Castelnuovo di Porto per essere scrutinate, le polemiche divampano come non mai. E il rischio è che segnino anche la notte elettorale: nella cittadina che, tradizionalmente, ospita lo scrutinio dei voti all’estero è previsto l’arrivo in massa di rappresentanti di lista di M5S e Sinistra Italiana.

E non è escluso che, nel pieno della notte, sopraggiungano anche i parlamentari. Anche perché le notizie che giungono dai parlamentari che si sono occupati della campagna all’estero parlano di affluenza superiore a quella delle Politiche del 2013, quando votò il 31,59%. C’è chi, ad esempio, parla di un affluenza di circa il “35%” con picchi in Europa.

In Svizzera, ad esempio, dove l’elettorato “è del tutto assimilabile a quello italiano pare ci sia stata una buona affluenza, forse pari al 40%”, si spiega. Mentre nei Paesi più lontani dall’Italia potrebbe crescere la propensione per il Sì “in quanto il voto è più distaccato, più concentrato sulla riforma”, si osserva. A ciò si aggiunga il trend tradizionalmente filo-governativo dei votanti all’estero.

“E’ stata una campagna partecipata, si ha la percezione che è un tema dirimente per la politica del Paese”, spiega Aldo Di Biagio senatore Ap eletto nella circoscrizione Europa. E, “dalla campagna chiusa oggi, ho la percezione che 2 su 3 votino Sì”, osserva.

L’incidenza del voto estero, secondo i boatos parlamentari, potrebbe essere del 3% sull’esito finale di una sfida che sembra essere più che mai in bilico. Da qui l’attenzione ‘massima’ sugli italiani all’estero. “Parlare di brogli internazionali non solo non ha senso ma è anche offensivo per tutte le istituzioni che svolgono questo compito”, sottolinea il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni.

“Sulle cose sostanziose non abbiamo ancora avuto risposta dalla Farnesina”, ribatte il Comitato del No che prepara una task force per monitorare lo scrutinio e, eventualmente, avanzare i ricorsi promessi. Brogli? “Con il voto a matita tutto è possibile”, osserva Silvio Berlusconi laddove D’Alema pungola: “che la nostra Costituzione sia scritta da persone che vivono in Argentina, che non parlano neppure più l’italiano, mi sembra una bizzarria oltre i limiti, nel caso in cui si tratti di persone vere e non di schede elettorali comprate e riempite da una sola mano”.

Questa polemica “è un film che ogni volta si ripropone”, chiude Renzi. Ma a Castelnuovo Di Porto, domenica notte, l’aria rischia di essere pesante.

(di Michele Esposito/ANSA)

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