Alitalia: pronto il nuovo piano, il mercato è cambiato

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ROMA. – Il nuovo pano industriale di Alitalia è pronto. Il Consiglio di amministrazione ha per ora solo esaminato le “linee guida”. Per le decisioni finali e i “dettagli” si guarda alla prossima riunione, che dovrebbe tenersi il 12 dicembre. Si tratta di aprire una “seconda fase”, riallineando, spiega la compagnia stessa, il business plan ai “significativi mutamenti delle condizioni di mercato” rispetto alla fine del 2014, quanto partì la nuova Alitalia, con Ethiad come socio forte.

Dal Cda che si è riunito per circa tre ore, sul piano non è emerso altro. Le questioni sul tavolo sono tutte delicate, dagli esuberi alle alleanze, dal risanamento dei conti alle strategie di mercato. Inoltre nel prossimo Cda saranno anche nominati i sostituti dei tre consiglieri uscenti: Jean Pierre Mustier, Paolo Colombo (entrambi lasciano per altri incarichi) e Antonella Mansi (via per “ragioni personali”).

Intanto diventa chief commercial officer lo spagnolo Jorge Vilches. Insomma in Alitalia diverse cose sembrano cambiare, ma quel che più conta sono i “significativi mutamenti delle condizioni di mercato”. In ballo ci sono i target economici, con l’allontanamento del break even nel 2017.

Scartata l’opzione dell’aumento di capitale, si cercano soluzioni finanziarie. Tra le ipotesi anche l’accollo a carico di Ethiad di 216 milioni di debiti. Da sbrogliare c’è poi il nodo delle alleanze, l’accordo con Air France-Klm scade a fine 2017 e l’intenzione sarebbe quella di non rinnovare. Da qui le indiscrezioni sulla ricerca di un partner europeo: il nome di Lufthansa è stato tirato in ballo ma per il momento non c’è nulla di formale.

Quel che è certo è, invece, l’interesse di Alitalia a puntare sempre più sul lungo raggio, dove il mercato più ghiotto è quello nordamericano. La joint venture transatlantica è quindi cruciale. Per stare sul mercato la compagnia mira anche a ridurre i costi, ecco che si parla della messa a terra di una decina di aerei di medio raggio e di interventi sul personale. Le cifre che circolano vedono tra i 600 e i 2.000 dipendenti a rischio, considerando mancate proroghe, esternalizzazioni ed esuberi veri e propri.

L’appuntamento per avere la versione finale sui vari fronti è tra una decina di giorni. La data non è stata ancora fissata ma lunedì 12 sembra quella più probabile. Allora, tra l’altro, sarà anche noto l’esito del referendum costituzionale.