La Corona d’Avvento e il Calendario d’Avvento

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Mentre nel sud d’Italia l’attesa del Natale era sottolineata dalla presenza degli zampognari e dal suono delle ciaramelle nelle case e per le strade, in Alto Adige-Südtirol – poi diffusasi a tutto il Nord Italia, c’è l’abitudine di preparare la Corona d’Avvento, una piccola ghirlanda di rami di pino o di abete su cui si fissano 4 ceri, uno per ognuna delle quattro settimane di Avvento.

La vigilia di ognuna delle quattro domenica si accende un cero, fino alla quarta domenica, quando saranno accesi tutti e quattro; e il significato del simbolo è evidente: è l’intensificarsi della luce a mano a mano che ci si avvicina il Natale. La Corona, la si trova in chiesa, ma anche altrove: nelle case e nei negozi.

Anche in questo caso, una tradizione legata al sentimento religioso è divenuta una nota di colore del folklore locale. Infatti, oggi, la corona d’avvento è preparata non solo nelle famiglie e nelle comunità, ma è esibita anche negli spazi pubblici.

Per i più piccoli, invece, c’è il Calendario d’Avvento.

Dal 1 dicembre e fino al 24, per ogni giorno che passa, esso propone un soggetto di meditazione, un’immagine o un pensiero sul tema del Natale. Alcuni, molto pratici e commerciali, propongono come sorpresa un dolcetto o un bonbon, sempre nello spirito della pedagogia del dono e della sua gratuità.

Il calendario allora si presenta come struttura di cartone a scomparti, fatta da tante finestrelle contrassegnate dal numero dei giorni del calendario. Ogni giorno se ne apre una per trovare la piccola dolce sorpresa. Poiché i numeri progressivi sono disposti in disordine, questo fatto offre al bambino, attraverso la ricerca del numero corrispondete alla giornata, un pratico esercizio di memoria e di riconoscimento delle cifre.

Sempre allo scopo di evidenziare e favorire la predisposizione all’attesa.

Luigi Casale

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