Cacciati da casa popolare: Raggi, “ora nuovo alloggio”

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ROMA. – Per la famiglia di origine marocchina cacciata due giorni fa dalla casa assegnatagli a San Basilio è in arrivo un nuovo alloggio. Ad annunciarlo è la sindaca di Roma, Virginia Raggi, che oggi ha incontrato in Campidoglio Mourad, Fatia e i loro bambini.

“L’accoglienza e il senso di comunità sono valori condivisi da tutti i romani – le parole della prima cittadina -. Sarà assegnata loro una nuova casa”. Buone notizie dunque, dopo il “vergognoso episodio” – come l’ha definito la stessa sindaca – di due giorni fa nei palazzi popolari del quartiere alla periferia orientale della Capitale.

Una violenta protesta a suon di grida razziste (“Qui non vogliamo negri”, “Tornate a casa col gommone”) che ha costretto la famiglia a lasciare l’abitazione che gli sarebbe spettata di diritto. Una manifestazione che è costata la denuncia per violazione della legge Mancino sull’odio razziale ad almeno cinque persone.

Nel frattempo l’abitazione – come ha rivelato l’assessore alle Politiche Sociali, Laura Baldassarre – sarebbe stata di nuovo occupata. “Il quartiere di San Basilio non può essere offeso da una minoranza che con gesti inqualificabili, offende tutti gli abitanti della zona – sottolinea la Raggi -. Rispetto della legalità, integrazione e riqualificazione delle periferie sono l’antidoto contro il degenerare dell’intolleranza e del non rispetto: una lotta nella quale sono sempre gli ultimi a rimetterci”.

Il futuro a Roma della famiglia marocchina, però, sarà lontano dal quartiere che non l’ha voluta, come conferma l’assessore Baldassarre. “San Basilio è anche molto altro da quello che è successo. Noi stiamo dialogando anche con i cittadini, anche perché il disagio va ascoltato e dobbiamo trovare soluzioni per tutti”, spiega la Baldassarre che ieri pomeriggio ha incontrato gli abitanti.

“C’è una grande richiesta da parte loro di essere ascoltati e di chiarire che San Basilio non è un quartiere razzista – ha detto -, ma che ci sono tante persone in disagio abitativo da anni. A noi come amministrazione spetta un’azione di mediazione: da un lato dare risposta alla famiglia, dall’altro portare avanti il dialogo anche con i residenti di San Basilio che infatti incontreremo di nuovo e in modo più strutturato già questa settimana. Non dobbiamo lavorare sulla contrapposizione ma sull’integrazione”.

Per questo il Campidoglio avrebbe già pronto un piano per la legalità, da attuare in tre mosse: “liberare le case dagli occupanti; far scorrere le graduatorie per dare risposte a chi ne ha titolo; trovare soluzioni per l’emergenza abitativa troppo a lungo trascurata”.

Per le politiche sull’emergenza abitativa, “stiamo facendo un’analisi di tutti gli immobili sequestrati o confiscate alla mafia che potrebbero essere utilizzati a tal fine – sottolinea la Baldassarre -. Poi c’è il tema della Regione Lazio: noi vorremmo che quanto prima le risorse regionali si trasformino in abitazioni. E infine non dobbiamo tralasciare il diritto all’abitare delle persone più fragili”.

Prosegue, intanto, il lavoro della Procura che è in attesa dell’informativa delle forze dell’ordine intervenute due giorni fa a San Basilio per sedare gli animi. Sul tavolo degli inquirenti ci sono già alcune denunce a carico di almeno cinque persone accusate di minacce e resistenza a pubblico ufficiale, violenza privata e violazione della legge Mancino sull’odio razziale.

(di Domenico Palesse/ANSA)

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