Mondiale club: il sogno dell’Atletico di Medellin, titolo per noi e Chape

(Foto EPA/HEDESON ALVES)
(Foto EPA/HEDESON ALVES)

OSAKA (GIAPPONE). – “Con certezza ce la metteremo tutta. Perché, come ho già detto ai giocatori, dobbiamo rendere omaggio ai nostri fratelli che non ci sono più, facendo un bel torneo. Vorremmo poter offrire la vittoria alla gente del Brasile, a Chapec¢ e alla Chapecoense. Non abbiamo potuto giocare la finale che avremmo voluto disputare, ma spero che Dio e la passione per il calcio ci diano la forza per andare nella finale di questo Mondiale e offrire il titolo a quei ragazzi che ora sono in cielo”.

Le parole, e la commozione, dell’allenatore dell’Atletico Nacional di Medellin Reinaldo Rueda fanno capire che questo del 2016 non sarà un Mondiale per club come gli altri. E’ qualcosa di profondamente diverso, con due popoli resi fratelli da una tragedia, l’incidente aereo del 29 novembre scorso, e che ora sognano un finale di storia un po’ meno amaro, e un titolo da dedicare alla memoria di chi non c’è più.

Bisogna vincere per quegli avversari diventati, come dice il centrocampista dei colombiani Fernando Uribe, “compagni di campo e di strada. Avevano il nostro stesso sogno, e in fondo loro e noi saremo campioni per sempre”. Se l’Atletico Nacional batterà i padroni di casa giapponesi del Kashima Antlers nella semifinale di domani dovrebbe poi trovarsi di fronte una montagna da scalare, il Real Madrid di Cristiano Ronaldo superfavorito nella sua semifinale di giovedì contro i messicani del Club America.

Ma la fede, in Dio e nel pallone come dice Rueda, può fare miracoli, magari anche quello di battere le superitolate ‘merengues’. la spinta verrà dalla forza interiore che spinge quei ragazzi che pochi giorni fa avrebbero dovuto disputare un’altra finale, quella mai giocata della Coppa Sudamericana e adesso sognano di fare una dedica speciale.

L’equipe di Rete Globo presente in questi giorni in Giappone per seguire il torneo ha recapitato a Rueda una serie di video e messaggi d’incoraggiamento e di affetto da parte di tanti brasiliani all’Atletico, la squadra che da subito ha chiesto che la Coppa Sudamericana venisse assegnata alla Chapecoense, e i cui tifosi sono poi accorsi in 45mila nello stadio Atanasio Girardot di Medellin (fuori del quale c’erano altre duecentomila persone) per commemorare i rivali scomparsi in quella che avrebbe dovuto essere la notte della finale.

A vedere certe dimostrazioni d’affetto, e a sentire certe frasi, i ragazzi dell’Atletico si sono commossi e ora non vedono l’ora di andare in campo, per battere il Kashima Antlers e poi cercare di raccontare la favola natalizia di un Cristiano Ronaldo perdente.

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