La rabbia di Berlusconi, riprendo le redini di Mediaset

Il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri (d) e il vicepresidente Piersilvio Berlusconi ANSA/DANIEL DAL ZENNARO
Il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri (d) e il vicepresidente Piersilvio Berlusconi
ANSA/DANIEL DAL ZENNARO

ROMA. – Decide di annullare tutti gli impegni nella Capitale e convoca in una sorta di consiglio di guerra i figli e i vertici delle aziende per studiare le contromosse con le quali bloccare le mire di Vivendi su Mediaset. Silvio Berlusconi non nasconde la rabbia per il blitz ordito da Vincent Bollorè contro uno dei ‘pezzi’ fondamentali del suo patrimonio.

Una scalata rapida quella del colosso francese che nel giro di tre giorni ha ampliato il suo pacchetto di azioni dal 3% al 20%. Una guerra dichiarata, a sentire gli umori di Arcore a cui l’ex capo del governo non ha nessuna intenzione di assistere senza difendersi. E così dopo il vorticoso giro di contatti conclusosi a tarda notte, il Cavaliere ha dedicato la giornata a l’affaire Vivendi convocando i suoi cinque figli e i vertici aziendali.

Riunioni a cui è seguita una nota ufficiale in cui il Cavaliere va all’attacco del socio francese bollando l’operazione come “ostile” e annunciando l’aumento della partecipazione in Mediaset con l’acquisto di azioni da parte di Fininvest. Poche righe in cui il Cavaliere ha smentito anche le voci di una divergenza tra i figli (in particolare tra i primi due e quelli avuti con Veronica) rispetto alle strategie da mettere in campo.

Raccontano in realtà che Berlusconi abbia fatto capire alla sua famiglia di non voler perdere tempo in discussioni: Quello che ora dobbiamo fare è resistere in tutti i modi. Per ora – avrebbe spiegato il leader di Forza Italia ai suoi – non dobbiamo nemmeno sederci a un tavolo a fare accordi con Bollorè. Fininvest d’altronde ha già iniziato a muovere le sue pedine acquistando nei limiti permessi dalla legge altre azioni della società, arrivando ad oltre il 39%. Un baluardo che serve a rendere molto improbabile il successo di un’eventuale Opa ostile da parte dei francesi.

Di più però in termini azionari il Cavaliere non può fare essendo vicino al limite del 5% di azioni da poter comprare nell’anno solare prima che scatti l’obbligo di lanciare lui l’opa. Un piano studiato in meno di 24 ore, che segna la volontà dell’ex premier di voler gestire in prima persona la faccenda.

Accanto alle operazioni finanziarie, sono state messe in campo anche le ‘armi’ giudiziarie nell’attesa che arrivi il 21 marzo, giorno in cui è stata fissata la prima udienza della causa intentata contro il colosso francese per il mancato rispetto del contratto sulla vendita di Premium sottoscritto ad aprile.

Accanto alla volontà di resistere però non si nasconde lo sconcerto: “Era una operazione preparata da tempo e non ce ne siamo accorti”, osservano da villa San Martino. Ecco perché l’ex premier, spiegano, farà di tutto per salvaguardare Mediaset spostando la vicenda anche su un piano politico.

Non è un caso che nel corso delle votazioni di fiducia al nuovo governo in molti abbiano notato i toni mai sopra le righe con cui Forza Italia si è rivolta all’esecutivo. Il partito di Berlusconi conferma il suo ruolo all’opposizione ma lascia aperta la porta del dialogo, a partire dalla legge elettorale, che potrebbe svilupparsi anche su altro.

(di Yasmin Inangiray/ANSA)

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