Per gli 80 anni del Papa, Baires con megatour e notte dei templi

Papa Francesco il giorno dell'elezione EPA/VALDRIN XHEMAJ
Papa Francesco il giorno dell’elezione
EPA/VALDRIN XHEMAJ

BUENOS AIRES. – Come trascorreva Jorge Mario Bergoglio i suoi compleanni in Argentina? Di fatto, come ora, seguendo il principio del profilo basso. Buenos Aires, che rimarrà sempre la sua città, non esita comunque a ricordare il suo 80/mo compleanno con numerose iniziative. Nella cattedrale che s’affaccia alla ‘Plaza de Mayo’, la sua ‘casa’ nei venti anni precedenti alla partenza definitiva per Roma, sarà celebrata una messa da Mario Poli, il successore del cardinale a Buenos Aires.

E per sabato, il giorno del compleanno, il governo della città ha organizzato la “notte dei templi”: una cinquantina di chiese distribuite nei tanti quartieri di Buenos Aires apriranno le proprie porte dalle 19 alle 2 del mattino per far conoscere appunto il proprio patrimonio culturale e architettonico. L’obiettivo è la diffusione del dialogo interreligioso.

I fedeli lo ricorderanno quindi nei magnifici templi dei quartieri residenziali di Buenos Aires e di altre città, e nelle piccole cappelle delle “villas miseria”, le bidonville che circondano la capitale, o nei villaggi più sperduti dell’immensa geografia argentina. Promossa da “Casa Comun”, associazione creata per diffondere il pontificato di Francesco e trasformare il suo pensiero in opere, a Cordoba è stata organizzata una mostra di fotografie.

Un gruppo di imprenditori e di dirigenti di diversi orientamenti, che si autodefiniscono “laudatisti”, hanno lanciato uno spazio ispirato all’enciclica Laudato si’. Pur non trattandosi di un partito, i promotori dell’iniziativa intendono adoperarsi per il bene comune nel campo della politica e dell’economia. Sempre a Buenos Aires è stato preparato un “mega-tour” guidato per visitare i luoghi della città in qualche modo legati alla vita del Papa: a cominciare dalla casa del quartiere di Flores dove Bergoglio é nato ottant’anni fa e dalla chiesa dove venne battezzato pochi giorni dopo, il 25 dicembre, a Natale.

Federico Wals, per anni suo portavoce, racconta che per l’allora cardinale il 17 dicembre era di fatto una giornata qualsiasi. La mattina gli preparavano una torta per la colazione, l’assaggiava e la portava in ufficio per condividerla con i collaboratori. Poi si lavorava come sempre, con la differenza che i telefoni squillavano in continuazione per gli auguri: sia la linea diretta con i sacerdoti aperta 24 ore su 24 i 365 giorni dell’anno, sia quella ‘normale’.

“Il primo anno con lui – racconta Wals all’ANSA – gli chiesi ingenuamente se si sarebbe preso la giornata. ‘Ma no – mi rispose – la gente normale continua a lavorare come sempre. Perché non dovrei fare come loro?'”.

Nella seconda metà di dicembre il cardinale dedicava una giornata per ricevere chi voleva salutarlo per il compleanno e il Natale, e trascorreva ore e ore con i visitatori, dedicando a ciascuno un sorriso, una stretta di mano e un po’ del suo tempo. Se i cardinali del Sacro Collegio non avessero deciso di trasferirlo a Roma, chissà come Bergoglio avrebbe trascorso il suo ottantesimo anniversario.

Chi lo conosce bene non ha dubbi: celebrando una messa speciale la mattina presto nella casa di riposo per sacerdoti di Flores dove intendeva passare gli ultimi anni della sua vita. Poi avrebbe svolto le attività abituali.

(di Francesca Ambrogetti/ANSA)

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