Ventura promuove la sua Italia, e che vinca i Mondiali

Giampiero Ventura ANSA / MAURIZIO DEGL'INNOCENTI
Giampiero Ventura
ANSA / MAURIZIO DEGL’INNOCENTI

FIRENZE. – ”Se guardo ai risultati mi do un’ampia sufficienza, avremmo tutti firmato all’inizio per tre vittorie e il pari con la Spagna. A livello di contenuti però, ricordando ad esempio i 15′ del secondo tempo con la Macedonia, abbiamo ampi margini di crescita. Sono comunque contento che la nostra piccola grande rivoluzione venga apprezzata, la gente mi ferma per strada per dirmi che la strada è giusta. E’ un segnale importante”.

Fine anno e tempo di bilanci anche per Gian Piero Ventura che ha parlato a Coverciano, ospite del seminario ‘Il calcio e chi lo racconta’ organizzato dall’Ussi. Da qui il ct ha lanciato anche un augurio speciale per il 2017: ”Che l’Italia si qualifichi al Mondiale con una squadra che non sia di passaggio e magari poi lo vinca. Sono convinto che se otterremo il pass faremo un grandissimo Mondiale, c’è tutto per aprire un ciclo vincente”.

Ventura ha definito il lavoro di questi mesi ”per l’80% da direttore tecnico e il restante 20 da allenatore. In attesa dell’ufficialità della carica io ho cominciato” ha risposto a chi gli ricordava che il presidente Tavecchio, naufragata l’ipotesi-Lippi, ha indicato lui come dt.

Quindi ha spiegato il processo di ringiovanimento della Nazionale: “Raccogliendo quella ‘vecchia’ ereditata dall’Europeo mi sono trovato davanti a un bivio e visti i tanti giovani che stanno sbocciando ho avviato il ricambio. Così ho parlato con tutti i club, per prima la Juve: Agnelli mi ha detto subito ‘Non mi parli di stage’, gli ho risposto che non li avrei fatti coinvolgendo chi gioca 70 gare l’anno come Bonucci, bensì i giovani, per imparare a convivere con l’ambiente azzurro e le sue pressioni e seguire l’esempio di chi, come Barzagli, si allena sempre per migliorarsi”.

Non ha dubbi Ventura: ”Siamo all’inizio di un percorso ma tra i giovani chiamati 4-5 potrebbero formare la base dell’Italia futura. E senza più Europa League chiamerò presto pure i giocatori del Sassuolo”. Portando avanti l’idea tattica del 4-2-4 già utilizzata con il Lichtenstein. ”Ma deve ancora arrivare l’Italia più vicina al mio modo di pensare. Sarei andato avanti se non avessimo incontrato in amichevole la Germania”.

Poi sui singoli a iniziare dal più discusso, Mario Balotelli: ”Andrò a parlarci prima delle prossime convocazioni. Il discorso però è ampio come già detto, non riguarda le sue doti tecniche su cui non si discute ma tutto il resto. Quando si è in un gruppo servono massima partecipazione, disponibilità, spirito di sacrificio. Vale per Mario come per tutti gli altri. Dopo il colloquio lui dovrà porsi delle domande e soprattutto darsi delle risposte. Comunque noi aspettiamo tutti”.

Pure chi è in crisi come El Shaarawy: ”Prima di lui ho aspettato Insigne che dopo un momento difficile è rientrato. E aspetto Berardi. Le convocazioni non si fanno per simpatia”. Infine sulla staffetta Buffon-Donnarumma che potrebbe avvenire dopo il Mondiale 2018 ”Sono io che decido sennò che ci sto a fare? – ha sorriso il ct – Tutti però sanno che Buffon non è solo uno dei migliori portieri al mondo ma pure un punto di riferimento per tutti i giocatori, per me, per la Federazione. Pertanto sarà davvero l’ultimo dei problemi”.

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