Cina-Vaticano: Pechino, vogliamo miglioramento rapporti

EPA/HOW HWEE YOUNG
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CITTA’ DEL VATICANO. – Il governo cinese ribadisce di “voler migliorare i rapporti con il Vaticano”: spinge quindi per “nuovi progressi” in tal senso e per la promozione di un “dialogo costruttivo” con la Santa Sede. Sono parole forti e chiare, particolarmente promettenti sulle linea dell’avanzamento delle relazioni bilaterali, quelle che arrivano da Pechino all’indomani di una nota vaticana diretta ad attenuare l’insorgere di nuovi possibili attriti sulle recenti ordinazioni episcopali a Chengdu e a Xichang e sulla Nona Assemblea dei Rappresentanti Cattolici Cinesi, di cui si ha notizia che dovrebbe svolgersi entro questo mese di dicembre.

“Il governo cinese sostiene un principio chiaro e coerente nella gestione dei rapporti con il Vaticano”, ha risposto ai giornalisti, durante il briefing quotidiano, la portavoce del Ministero degli Esteri cinese, Hua Chunying. “La parte cinese – ha detto – è sempre sincera nel voler migliorare i rapporti con il Vaticano, e ha lavorato senza sosta a tal fine”. “Vorremmo lavorare con il Vaticano verso l’obiettivo comune e spingere per nuovi progressi nel miglioramento delle relazioni bilaterali e nella promozione di un dialogo costruttivo”, ha quindi aggiunto.

La dichiarazione segue di 24 ore quella del direttore della Sala stampa vaticana, Greg Burke, secondo cui “tutti i cattolici in Cina attendono con trepidazione segnali positivi, che li aiutino ad avere fiducia nel dialogo tra le Autorità civili e la Santa Sede e a sperare in un futuro di unità e di armonia”.

Burke replicava così a domande sulle recenti ordinazioni di vescovi a Chengdu e a Xichang, con la presenza di un vescovo illecito (la soluzione dello spinoso nodo dell’ordinazioni episcopali è al centro delle trattative tra la Santa Sede e Pechino), e sull’imminente Assemblea dei Cattolici.

“E’ nota da tempo la posizione della Santa Sede circa questi due tipi di eventi, che implicano aspetti della dottrina e della disciplina della Chiesa”, ha spiegato il portavoce vaticano. “La presenza, nelle due suddette ordinazioni episcopali, di un Vescovo, la cui posizione canonica è ancora allo studio della Sede Apostolica a seguito della sua ordinazione illegittima, ha creato disagio agli interessati e turbamento nei cattolici cinesi. La Santa Sede comprende e condivide questo loro dolore”, ha sottolineato.

“Riguardo alla Nona Assemblea – ha aggiunto -, la Santa Sede attende di giudicare in base a fatti comprovati”. Per ora acqua sul fuoco, quindi, in attesa di informazioni più chiare. E’ noto, tra l’altro, che da esponenti della Chiesa cinese come il vescovo di Hong Kong, cardinale John Tong Hon, ed il suo predecessore cardinale Joseph Zen Ze-kiun, arrivino forti appelli a Roma a non accettare un accordo troppo penalizzante sulla questione delle nomine dei vescovi, che rinunci al principio della supremazia del mandato papale in favore di una concessione eccessivamente ampia al ruolo di designazione che il governo intende mantenere per sé. Su questo la trattativa, che sembrava stesse per concludersi, va avanti.

E anche i casi di Chengdu e Xichang potrebbero risultare d’inciampo. Intanto però le nuove dichiarazioni che giungono da Pechino – tra Cina e Vaticano le relazioni diplomatiche sono interrotte dal 1951 -, con contenuti e toni di cui si ricordano pochi precedenti, confermano lo spazio esistente per l’avanzamento del dialogo e per la possibilità di un concreto riavvicinamento.

(di Fausto Gasparroni/ANSA)

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