Tomás Rincón, “el general”, approda alla corte di Allegri

Tomás Rincón durante le visite mediche. Lapresse
Rincón con la maglia della nazionale venezuelana.

CARACAS – Questa finestra di calciomercato ha regalato una grande gioia ai tifosi pallonari del Venezuela: Tomás Rincón. Il vinotinto rappresenta un bell’assist per Massimiliano Allegri, che ha fatto della capacità di cambiare pelle in corsa uno dei punti di forza della sua Juventus. Rincón ha la capacitá di giocare centrale, mezzala, all’occorrenza anche terzino. Hanno condiviso l’allegria per questo aquisto gli amici di @Juventus_VEN e Rodolfo Greco allenatore dell’ex Genoa ai tempi del Deportivo Táchira.

“Come puoi immaginare, in questo momento siamo felici ed orgogliosi di vedere un venezuelano non solo con una big, ma anche per il semplice fatto che é la mia squadra del cuore. – ci dicono gli amici dell’account twitter, aggiungendo – Rincón é una necessitá per la Juve. Avevo letto dell’interesse della Juve sin dalla sessione estiva di calciomercato. Ma Tomás non é stata mai la prima opzione dei bianconeri. Durante l’estate, la societá puntava sulla rinascita di diversi giocatori che sono nella rosa, ma non é accaduto.

La Juve é stata colpita da tanti infortuni e cali fisici di diversi pezzi del centrocampo. Questa situazione ha fatto puntare nuovamente l’interesse su Rincón, poi sará necesario averlo in rosa per il semplice fatto che alcuni calciatori saranno impegnati nella Coppa D’Africa, com’é il caso di Lemina ed Asamoah. Allegri non punta piú su Lemina, Asamoah e Sturaro per motivi tecnici e nel caso dell’ex Udinese anche per cause fisiche. Per questo motivo, Rincón potrebbe offrirgli al mister bianconero una buona tattica, polmoni, gambe e personalitá al suo centrocampo.

El general ha tutte le carte in regola per guadagnarsi un posto in squadra, sta vivendo un momento magico e questo la Juve l’ha testato sulla propria pelle. Molti tifosi, non venezuelani, non sono d’accordo con l’acquisto di Rincón, perché si aspettavano l’arrivo di un nuovo Vidal o Pogba. Staremo fantasticando se dicessimo che Tomás lo é, ma una cosa é certa: Rincón continuerá la sua ascesa e potrebbe diventare un giocatore determinante per la squadra. Noi speriamo che sia così”.

Con l’arrivo del centrocampista della Vinotinto, Massimiliano Allegri avrà anche la possibilità di variarne uno dei cardini finora immutabili del suo schacchiere a centrocampo, salvo cause di forza maggiore: Claudio Marchisio davanti alla difesa. Dopo l’addio di Andrea Pirlo, infatti, il Principino è stato l’unico a dimostrarsi in grado di raccogliere l’eredità del “Maestro” (ovviamente con caratteristiche diverse), tanto che le sue assenze hanno pesato tantissimo.

Rincón cancellerà questo piccolo limite dell’organico bianconero: neppure lui ha le caratteristiche di Pirlo (come del resto qualsiasi altro calciatore del pianeta), ma davanti alla difesa si trova perfettamente a suo agio. L’ex Deportivo Táchira ha capacità di interdizione, senso tattico e tecnica di tutto rispetto che gli permettono di brillare in posizione centrale: da solo, come ha fatto in alcune occasioni nella scorsa stagione quando Gasperini ha utilizzato il centrocampo a tre (nel quale ha spesso fatto anche la mezzala), oppure in coppia, come in questo scorcio di campionato accanto a Veloso.

“Cumpá, Tomás Rincón, sono fiero di te. Da quando sei arrivato in Italia te lo avevo detto, che quel campionato é fatto per te e che saresti arrivato in una big. Adesso devi dimostrare il tuo talento. Che Dio ti benedica, ti voglio bene” sono state le parole che ha dedicato Juan Arango, ex capitano della nazionale venezuelana, sul suo account di Instagram.

Tomas Rincón. Oppure “el general”, soprannome che gli ha affibbiato la stampa tedesca quando giocava nell’Amburgo perché ‘gestisce il centrocampo come pochi altri’. Ordinato, preciso, puntuale. Un generale disciplinato anche nella vita di tutti i giorni, grazie agli insegnamenti delle donne di casa e non certo per via della carriera militare del papà. Un venezuelano di San Cristóbal con ben 9 zii (e una quantità di cugini di cui pure lui ha perso il conto) che è legatissimo alla famiglia, soprattutto a mamma Tibisay Hernández che se ne andò quando lui aveva appena 14 anni per colpa di un incidente stradale: Tomas se la porta ovunque, nel suo cuore, ma anche tatuata sul braccio destro.

Indimenticabile il piatto che gli preparava ogni benedetta domenica: le ‘cachapa’. Un giorno Tomás se ne mangiò addirittura 13. Dopo la perdita della mamma, Rincón ha pensato anche di smettere, quasi non fosse più affar suo, ma chiave fu l’aiuto (soprattutto psicologico) di Edmundo Kabchi, allora presidente e proprietario del Deportivo Táchira, che lo ha lanciato nel mondo del professionismo a soli 15 anni.

Rincon, in piedi il primo a destra, quando a Merida giocava nella squadra dei pulcini allenata dal-italoçvenezuelano Rodolfo Greco.
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Uno che conosce benissimo, il nuovo aquisto dei bianconeri é l’allenatore italo-venezuelano Rodolfo Greco. Il mister di origine siciliana lo ha avuto in formazione per diversi anni.

“Con Tomás abbiamo disputato tanti tornei nazionali ed amichevoli internazionali. Nei campionati svolti in Venezuela siamo arrivati nel Torneo di Mucuruba disputato nel ’99 a Mérida dove siamo stati battuti in finale dallo Zulia. Ma il ko é arrivato soltanto dopo i calci di rigore. Per preparare il campionato nazionale abbiamo disputato diverse amichevoli in Colombia dove abbiamo sfidato il Cucuta, Millonarios, Pasto e Bucaramanga. Tra le altre cose che ricordo quando Rincón giocava con me é il Campionato Nazionale dove abbiamo battuto per 3-1 il DF che era allenato da José Cusati. In questa partita Tomás giocó da esterno sinistro, era il capitano ed il primo rigorista della squadra, quella volta sbaglió anche un calcio di rigore – ci dice sorridendo Rodolfo Greco, allenatore e zio dell’attaccante del Táchira Edgar Pérez Greco, aggiungendo –

Tomás ha continuato la sua ascesa rappresentando il Venezuela nelle diverse categorie fino ad arrivare in quella maggiore. Una delle cose che ha spinto il generale ad andare a giocare all’estero é stata la morte della mamma, che era una grandissima amica. Quando giocava in Argentina (Club Atlético Newell’s Old Boys) era stato visionato da Angelo Gregucci (ex Lazio ed allenatore del Venezia, ndr). Un giorno, quando ero a Coverciano a fare un corso, Angelo mi disse che aveva visionato due calciatori venezuelani e che voleva portarli a giocare al Venezia. Quando mi disse chi erano, io in tono scherzoso gli dissi: ‘ouu attento, quelli sono i miei ragazzi’ e ci siamo messi a ridere.

Mi chiese sulle loro caratteristiche tecniche. Poi ci fu il provino, ma non andó in porto l’affare: prima per l’etá e poi per la cittadinanza. Infatti, essendo minorenni, avrebbero dovuto accompagnarli anche le famiglie. Il Venezia non si poteva permettere questo tipo d’investimenti. Poi ritornó in Argentina, passò nuovamente in Venezuela dove giocó con Zamora, Unión Atlético Maracaibo, Táchira; infine di nuovo all’estero con Amburgo e Genoa fino ad arrivare alla corte della cara Signora Juventus. Grazie a Dio! Come puoi vedere, Tomás é un ragazzo che con tanto sacrificio ha raggiunto i suoi obiettivi. Ho parlato con lui e so che continuerá a lavorare sempre duro per guadagnarsi il posto da titolare. Con un allenatore come Allegri e con compagni come Buffon, Chiellini, Higuain che hanno in testa un solo obiettivo: vincere il maggior numero di titoli”.

Tomás Rincón incarna al meglio la filosofia aggressiva e competitiva della Vinotinto; lo spirito vincente che da un tempo a questa parte è nel DNA della nazionale venezuelana; e l’idea chiara di non mollare mai: dal primo al 90º minuto e se necessario anche l’“extra time”. Questo modo di giocare gli ha permesso prima di approdare in Bundesliga (con l’Amburgo) e poi di arrivare nella nostra Serie A, prima nel 2014 sotto la Lanterna per difendere la maglia del Genoa e adesso alla corte del condottiro Max Allegri.

(Fioravante De Simone)

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