Il dossier dei 007 su Trump divide la coppia del Watergate

Robert Redford e Dustin Hoffman in una scena del film "Tutti gli uomini del presidente" (Ansa) -------------------------------------------------------------------------
Robert Redford e Dustin Hoffman in una scena del film “Tutti gli uomini del presidente” (Ansa)
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NEW YORK. – La presidenza Trump divide un mito del giornalismo mondiale: Bob Woodward e Carl Bernstein, gli ultrasettantenni gemelli siamesi del Watergate, sono su sponde opposte delle barricate. Bernstein, convinto anti-Trump, ha aiutato la Cnn a portare alla luce il dossier sul possibile materiale compromettente in mano ai russi sul conto del tycoon.

“Un documento spazzatura”, ha sparato a zero Woodward in una intervista domenicale sulla Fox. “Sono 45 anni che vivo in questo mondo in cui ti arrivano dossier e la gente fa accuse”, ha detto l’intervistatore di Gola Profonda, secondo cui il dossier “non avrebbe mai dovuto essere presentato in un briefing di intelligence”.

Bernstein, sempre sulla Cnn, ha difeso la pubblicazione del documento: “La verità è che i capi dell’intelligence degli Stati Uniti hanno visto questo materiale, ritenuto che meritasse una indagine e che dovesse essere portato all’attenzione del presidente e del presidente eletto”.

Woodward ha dato ragione a Trump “per essere arrabbiato”. L’assist di Woodward ha scatenato il tycoon: “I vertici dell’intelligence hanno sbagliato, e quando si sbaglia si dovrebbe chiedere scusa. Anche i media dovrebbero chiedere scusa”.

Dopo il Watergate, che nel 1974 portò alla caduta di Richard Nixon, Bernstein e Woodward presero strade separate. Carl, lasciato nel 1977 il Washington Post, si era messo a scrivere articoli e libri da freelance – tra cui una biografia di Hillary Clinton -, finendo periodicamente in bolletta.

Più legato all’establishment Woodward, rimasto al Washington Post a coordinare progetti di giornalismo investigativo. Da Don Chisciotte dell’informazione a insider dei palazzi: nel 2005 la redazione gli aveva fatto la guerra quando si era scoperto che per mesi aveva tenuto nel cassetto i segreti del Cia-gate, lo scandalo sullo smascheramento della spia della Cia Valerie Plame ad opera di ‘gole profonde’ dell’amministrazione Bush.

(di Alessandra Baldini/ANSA)

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