Renzi prepara la campagna elettorale. Minoranza teme la resa dei conti

(FOTO: ANSA/PALAZZO CHIGI PRESS OFFICE-TIBERIO BARCHIELLI)
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ROMA. – “Il futuro, prima o poi, torna”. Matteo Renzi si lascia alle spalle la sconfitta al referendum costituzionale e inizia a tracciare la rotta verso le elezioni politiche. Lancia un nuovo blog e, forse domani, la nuova segreteria. Ma soprattutto, inizia a tratteggiare i punti programmatici su cui costruire il rilancio. Dal mettere in discussione un’Europa che serve solo “a inviare letterine ridicole”, a definire un profilo di “centrosinistra” che “taglia le tasse”, “protegge i nuovi esclusi”, “combatte la povertà”.

Nel giorno in cui la sentenza della Consulta sull’Italicum, che consegna una legge immediatamente applicabile, apre i giochi per le elezioni anticipate (aprile o giugno, le ‘finestre’ cerchiate sul calendario dai renziani), il segretario avvia formalmente la riorganizzazione del partito e il rilancio programmatico di cui parlerà nel suo intervento, sabato, all’assemblea degli amministratori locali Dem.

Uno strumento, che farà da fulcro alla comunicazione sul web, è il nuovo blog presentato dal segretario, non un luogo di “reduci” ma di confronto e dialogo sui diversi temi che verrà portato avanti anche con seminari tematici e con ‘incursioni’ del segretario sul territorio.

Da un lato per difendere l’operato del suo governo e la scelta di coerenza far “saltare” la propria poltrona dopo la sconfitta al referendum (un referendum sull’euro? “La Costituzione vigente lo impedisce. Se invece fosse passata la nostra riforma ci sarebbe stata la possibilità di referendum propositivi”, risponde a un utente).

Dall’altro per rilanciare su alcuni temi, da come declinare l’innovazione, alle ricette per povertà e crescita, alla difesa di una sinistra che abbassa le tasse. Fino alla battaglia in Europa: “A cosa servono le istituzioni Ue nell’era Trump-Putin? A inviare letterine ridicole per assurde correzioni sul deficit?”.

Sul fronte del partito, intanto, potrebbe arrivare la nuova segreteria, preannunciata dal segretario con un sms agli attuali componenti della squadra (alcuni saranno confermati, tra i nuovi ingressi Andrea Rossi all’organizzazione e Tommaso Nannicini al programma).

“Continueremo a combattere insieme”, è la promessa di Renzi, che – assicurano i parlamentari a lui vicini – non rinuncerà (magari con un’alleanza larga al centro) a indicare l’obiettivo, che oggi pare impossibile, del premio di maggioranza del 40% alla Camera.

La sentenza della Consulta che, secondo l’interpretazione prevalente tra i Dem, apre la via al voto anticipato, sembra compattare la maggioranza Pd. Nelle diverse correnti c’è ancora chi frena e spinge perché la legislatura prosegua ma, spiegano più fonti, le valutazioni in questa fase sono dettate “anche da ragioni personali”.

La scelta della Corte di non bocciare i capilista bloccati, è l’opinione unanime, lascia al segretario lo scettro delle candidature e delle trattative con le correnti. E in questa chiave inizia a emergere il timore della minoranza che usi la formazione delle liste per un ‘redde rationem’ interno.

“Questo blog è anche di chi ha votato No ma vuol dare un contributo”, scrive Renzi. Ma non riesce a fugare i sospetti. Quanto alla minoranza, resta in attesa di capire gli sviluppi politici. Pier Luigi Bersani continua a ripetere che senza un “campo largo e aperto” dove ricostruire sulla parola “protezione” (un termine, nota con un sorriso, usa anche Renzi sul suo blog) un centrosinistra: se non si fa così, le elezioni si perderanno, avverte.

Se si votasse a giugno, comunque, la minoranza proverà a sfidare il segretario in eventuali primarie di coalizione. “Ma se si vota col proporzionale – ragiona un dirigente della minoranza – potrebbero non esserci primarie, né una coalizione. E allora, se la scelta fosse escluderci dalle liste, dovremmo cercare un’altra collocazione”. Insomma, l’ipotesi della scissione, per ora solo evocata. Un’ombra.

(di Serenella Mattera/ANSA)

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