Lega e Fdi per un listone “sovranista”, gelo di Belusconi

Il segretario federale della Lega Nord Matteo Salvini con la presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni. prima delle elezioni del 4 marzo.
Il segretario federale della Lega Nord Matteo Salvini con la presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni. prima delle elezioni del 4 marzo. ANSA/CLAUDIO PERI
Il segretario federale della Lega Nord Matteo Salvini con la presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, durante l’apertura della campagna elettorale per le elezioni Capitoline, Roma, 21 aprile 2016.
ANSA/CLAUDIO PERI
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ROMA. – L’idea che Silvio Berlusconi aveva in mente qualche tempo fa era quella di festeggiare in grande stile i ventitrè anni dalla fondazione di Forza Italia. Ma, dopo le incognite sulla legge elettorale ed il futuro della legislatura (a cui si aggiunge anche la tegola giudiziaria legata al nuovo filone del processo Ruby) ad Arcore l’umore non è certo quello dei giorni migliori.

A tutto questo si aggiunge il pressing di Lega ed Fdi per la creazione di un “listone” del centrodestra con tutti dentro, un listone “sovranista” che lascia decisamente freddo l’ex premier. L’idea del Cavaliere è che la partita sulla legge elettorale, al netto anche della sentenza della Consulta, sia tutt’altro che chiusa anzi in un’intervista al Foglio Berlusconi fa capire di essere pronto a dialogare: “Non è pensabile – sottolinea – che in una democrazia sia un organo giurisdizionale, e non un organo legislativo, a scrivere la legge elettorale”.

E la convinzione, condivisa con i suoi consiglieri, resta quella che per il Pd l’unico interlocutore restino gli azzurri. Certo, la strada è complicata ed il Cavaliere sa perfettamente che se il segretario Dem non cambierà idea sulla corsa alle urne sarà difficile sedersi ad un tavolo e tentare di trovare un’intesa: Se Renzi vuole andare al voto – è il ragionamento – si assuma pubblicamente la responsabilità di mettere fine al suo governo.

Se infatti la legge uscita fuori dalla corte costituzionale ha alcuni punti di forza per l’ex premier (il proporzionale ed i capolista) l’ipotesi di dover ricorrere ad un listone con il resto degli alleati va contro lo schema che Berlusconi aveva in mente e cioè quello delle ‘mani libere’ alle urne per poi fare accordi successivamente. Se invece la legge non dovesse cambiare la soluzione di correre tutti insieme resta l’unica opzione possibile per sperare di potersi avvicinare alle percentuali di Pd e M5s.

Quello che Forza Italia sa perfettamente però è che i sondaggi non consentono di poter fare la ‘voce grossa’ con gli alleati, in particolare con Matteo Salvini che non fa più mistero di voler ambire alle golden share del centrodestra.

A proporre un listone unico è il governatore della Lombardia Roberto Maroni che rilancia anche le primarie per la scelta del candidato premier. Parole a cui fa eco Matteo Salvini che si prepara sabato a scendere in piazza con Giorgia Meloni. La manifestazione in programma a Roma rappresenta la prova generale di quel progetto “sovranista” a cui lavorano i due leader e che non dispiace ad una parte di Forza Italia.

Con loro ci sarà Giovanni Toti, governatore della Liguria e capofila dei big di Fi che maggiormente sostengono la necessità di rimettere in piedi la coalizione di centrodestra. Alla kermesse, proprio per evitare di dare l’immagine del partito diviso, ci saranno anche i due capigruppo azzurri Paolo Romani e Renato Brunetta.

Il progetto di centrodestra che ha in mente il ‘duo’ Salvini-Meloni però non è il modello che ha in mente il Cavaliere. Ecco perchè da Arcore si continua a guardare con attenzione a Sergio Mattarella. Per Berlusconi infatti il monito del Capo dello Stato sulla necessità di avere leggi omogenee resta l’unica strada da percorrere per riaprire il confronto sulla legge elettorale, scavallare il mese di giugno, per arrivare al voto nel 2018.

(di Yasmin Inangiray/ANSA)

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