Grillo punta al 40% e elogia l’Ecuador “sovranista”

Beppe Grillo quando "Fuori dall'Euro"
Beppe Grillo quando "Fuori dall'Euro"

ROMA. – Il M5s entra a pieno titolo in campagna elettorale e Beppe Grillo si scatena sul blog per dare la linea su legge elettorale, sulle elezioni e sul programma che sposa la linea “sovranista” dell’ecuadoregno Rafael Correa.

“L’Italia ha bisogno di risposte immediate. Al voto: obbiettivo 40%!” è il grido di assalto M5s che arriva dal blog. Ma il punto di arrivo è un altro: dimostrare che Renzi, al contrario di quel che dice, non vuole andare a votare. “Renzi dice di voler votare subito, il Movimento anche. Perché questa miracolosa comunione di intenti non smuove Mattarella? Perché, come ci ha abituati, mente. Mente compulsivamente” attacca Grillo.

La linea dell’ “elezioni subito” è ferma e declinata dallo stato maggiore del Movimento. “Il nostro obiettivo è andare al voto il prima possibile. Oggi c’è una legge operativa e bastano due righe per mettere quella della Camera al Senato e andare a votare” conferma Luigi Di Maio, anche lui con l’indice puntato contro Renzi: “gli basterebbe fare come con Letta” per chiudere subito l’esperienza del governo Gentiloni.

Ma il dubbio che serpeggia a Montecitorio è che quella del M5s sia una campagna di facciata e che Grillo non abbia davvero intenzione di provocare il ricorso. Di Maio fa comizi e smentisce: “non voglio fare altri 5 anni all’opposizione: dateci l’opportunità di governare” dice già lanciato in un comizio siciliano da piena campagna elettorale.

Intanto il blog rilancia in grande stile l’endorsement al presidente ecuadoregno Correa, guarda caso in visita proprio a Genova. “Vogliamo esprimerLe con viva sincerità la vicinanza della nostra forza politica che, per molti aspetti, prende spunto proprio dalla Revolucion Ciudadana e dai principi della democrazia partecipativa oggi in vigore in Ecuador” gli scrivono Grillo e Manlio di Stefano in una lettera in cui ricordano che “l’Ecaudor è tornato ad essere uno Stato sovrano”, che “presto lo sarà anche l’Italia” e che “quando noi andremo al Governo prenderemo a modello queste Sue parole nei futuri rapporti con la Troika europea e del FMI”.

La vicinanza con Correa non è certo una novità per il M5s (già nel 2014 Grillo aveva elogiato la politica dell’Ecuador quando si discuteva in Europa di Fiscal Compact) ma dopo gli endorsement verso Trump e Putin a molti è apparsa come una mossa per tenere a freno l’ala più a sinistra del Movimento. E per venire incontro alle critiche riottose su Trump di Roberto Fico.

Il momento è delicato e l’ala ortodossa freme. Il diktat sulla comunicazione non è proprio andato giù ad una gran numero di parlamentari che già da mesi si stanno sforzando di evitare critiche sulla conduzione del Movimento, da Roma a Bruxelles, in nome del bene comune.

Alla fine sbotta Elisa Bulgarelli: “vedere la parola ‘eletto’ sul blog mi ha fatto sobbalzare, io rimango portavoce” scrive e riporta le parole scritte da Grillo nel “Comunicato politico numero quarantacinque” quello in cui Beppe Grillo lanciava la candidatura dei 5 Stelle per entrare in Parlamento.

Roberta Lombardi si trincera dietro un ‘No Comment’ alle parole di Virginia Raggi che in una chat finita nelle carte degli inquirenti di lei scrive: “la Lombardi mi è antipatica e non la sopporto”. La tregua potrebbe non reggere a lungo.

(di Francesca Chiri/ANSA)

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