La Lega apre a ipotesi di coalizione, ma esclude FI dal Veneto

Salvini, Io premier

MILANO. – Si ridisegna lo scenario del centrodestra in vista delle elezioni. Che siano “ad aprile, massimo giugno”, come continua a chiedere il segretario della Lega, Matteo Salvini, o a scadenza naturale, come invece sperano altri, le elezioni prossime venture vedono grandi manovre in corso nel centrodestra.

Da un lato la Lega apre a possibili coalizioni; dall’altro si presenta sulla scena – per dirla con il suo leader, Raffaele Fitto – un nuovo soggetto politico liberalconservatore, il Cor (Conservatori Riformisti) che tiene a Roma una sorta di battesimo: una Convenzione Blu. In mezzo Silvio Berlusconi, che prende tempo, mentre Fdi-An scendono convintamente in piazza a Roma “per impedire il declino dell’Italia”.

Salvini, al termine del Consiglio federale, ha convocato una conferenza a Milano per annunciare un cambiamento di rotta rispetto alla linea seguita finora: mentre fino a ieri la Lega era pronta a correre da sola pur di andare al voto “il prima possibile”, oggi dice di avere “due strade” davanti a sé: “Le due strade, andare da soli o in coalizione, sono entrambe aperte e le stiamo esplorando – ha detto Salvini -. Al centro ci sono i programmi. Io lavorerò per coinvolgere più forze possibili, tranne quelle, ovviamente, che hanno sostenuto il Sì al referendum”.

Il riferimento è all’ipotesi di un listone unico del centrodestra formulata da Roberto Maroni sulla base della pronuncia della Corte Costituzionale sull’Italicum. Per tutti coloro che hanno sostenuto il NO al referendum “le porte sono aperte – ha detto Salvini -. Ma occorre che il programma sia condiviso prima e non dopo il voto”. Questo significa “sottoscrivere” le proposte economiche della Lega: flat tax, superamento dell’euro, cancellazione della legge Fornero e degli studi di settore. A queste condizioni, la Lega è pronta a entrare in una coalizione.

Difficile ipotizzare che queste condizioni possano essere prese in considerazione da Fitto, che chiede le primarie. “Nel centrodestra del futuro con elezioni primarie – ha detto Fitto – è vitale che si confrontino in una virtuosa sfida di idee l’opzione lepenista e l’opzione liberalconservatrice. Ognuno farà la sua parte. Da noi viene una chiamata ai delusi, agli astenuti, agli elettori in cerca di un centrodestra credibile, moderno, riformatore”.

Non è la posizione in cui si riconoscono nè la Lega, né Fdi-An: “Con il referendum del 4 dicembre – ha osservato il capogruppo alla Camera, Fabio Rampelli – gli italiani hanno espresso il desiderio di andare a elezioni nel minor tempo possibile. Proponiamo al popolo italiano un sussulto di orgoglio, chiedendogli di venire in strada con noi”.

Ai margini di queste posizioni, Silvio Berlusconi, che in un’intervista al Foglio ha ribadito: “la Lega è parte integrante del centrodestra”. Ma – ha aggiuunto – per quanto sia opportuno andare al più presto al voto, è necessario farlo “con una nuova legge elettorale il più possibile condivisa”.

Salvini, a differenza delle scorse settimane, non chiude la porta a Berlusconi. Ma intanto la Lega pone un veto: alla comunali di Verona, Padova e Belluno la Lega si presenterà con liste senza simboli di Forza Italia.

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