Un prete contro Salvini: “Castrati il cervello”

Don Ivan Licinio e Matteo Salvini
Don Ivan Licinio e Matteo Salvini

NAPOLI. – Don Ivan Licinio, vicerettore del Santuario di Pompei, la spiega così: “É una questione di intelligenza”. Non ci sta, dice, al binomio immigrati-stupratori, soprattutto dopo quanto accaduto ieri al centro di accoglienza di Varcaturo, in provincia di Napoli, dove una operatrice ha subito molestie sessuali da un migrante nigeriano. E non ci sta, quindi, a quanto auspicato da Matteo Salvini: la castrazione chimica.

E così il sacerdote proprio a Salvini risponde, con un invito radicale: “Castrati il cervello”. Pronta la reazione del leader della Lega che rilancia: “La castrazione è una proposta di civiltà”. Già ieri il caso di Varcaturo aveva provocato un bel po’ di polemiche.

Il nigeriano, 25 anni, era arrivato in quella struttura a settembre scorso ed era sempre stato abbastanza tranquillo. Poi, ieri, le molestie: ha chiuso la porta della stanza dell’operatrice, si è denudato e si è avvicinato alla donna. Ora è nel carcere di Poggioreale, in attesa dell’espulsione. Ma intanto le polemiche continuano.

Don Ivan racchiude il post su Facebook dedicato a Salvini in un “sillogismo”. “Se una persona va punita per avere usato una parte del suo corpo per fare violenza, anche chi adopera il cervello in modo violento dovrebbe subire lo stesso trattamento”, scrive.

“Non è giusto invocare pene così cruente nei confronti di un immigrato perché è tale. Non tutti i migranti sono stupratori. È questione di intelligenza. E non possiamo tacere contro un certo tipo di propaganda politica. Anzi, dobbiamo avere paura del silenzio degli onesti”.

Salvini reagisce duro. “Se questo è un prete…Ma vi pare normale?”. Don Ivan, aggiunge Salvini, “ignora che in diversi Paesi non meno civili del nostro (tra gli altri: Stati Uniti, Russia, Svezia, Finlandia, Germania, Danimarca, Norvegia, Belgio, Francia, Regno Unito, Polonia, Canada) la castrazione chimica è prevista e praticata”.

Nel frattempo arriva l’annuncio di Starbuks. La celebre catena di coffee bar dice di essere pronta ad assumere anche in Italia migranti rifugiati. E condisce l’annuncio con una stilettata: “Consigliamo ai signori Donald J. Trump e Matteo Salvini di provare il nostro caffè americano. Imparerebbero finalmente ad apprezzare qualcosa di nero”.

(di Patrizia Sessa/ANSA)

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