Terremoto: più di venti miliardi di danni nel centro Italia

ROMA. – Le oltre 53mila scosse di terremoto che negli ultimi sei mesi hanno devastato il centro Italia e la vita di oltre mezzo milione di persone hanno provocato, oltre a centinaia di morti, danni per 23,5 miliardi: l’1,4% del Pil del Paese, sette volte più di quanto chiesto dall’Unione Europea all’Italia per l’aggiustamento strutturale dei conti.

Il dato è contenuto nel nuovo dossier trasmesso dal Dipartimento della Protezione Civile a Bruxelles, tramite la rappresentanza permanente d’Italia: un fascicolo completo in cui sono indicati tutti i danni e i costi sostenuti per far fronte ai terremoti che a partire dal 24 agosto hanno interessato Abruzzo, Lazio, Umbria e Marche e che servirà alla Commissione per attivare il Fondo di solidarietà dell’Ue (Fsue), un salvadanaio costituito con lo scopo di sostenere gli Stati membri colpiti da catastrofi naturali.

Che però coprirà solo una minima parte dei danni e dei costi: in occasione del terremoto del 2012, a fronte di una stima complessiva di 13,5 miliardi, arrivarono dall’Ue 670 milioni. Per il terremoto dell’Aquila, Bruxelles stanziò invece 493 milioni, a fronte di una stima di circa 10 miliardi di danni.

Che il bilancio fosse pesantissimo già dopo il 24 agosto, era chiaro a tutti, così come era evidente che le scosse del 26 e 30 ottobre e quelle del 18 gennaio avessero ulteriormente aggravato la situazione: oltre centomila verifiche di agibilità e più di 30mila edifici privati inagibili, 12mila persone ancora assistite, interi borghi distrutti, 131 comuni inseriti nel cratere sismico, tre decreti legge per cercare di far fronte alle prime emergenze e tentare di far ripartire l’economia, intere aree di quei territori abbassatesi di 10 centimetri.

Ed ora, a conferma ulteriore e dopo le ultime stime inviate dalle quattro Regioni al Dipartimento, arrivano anche i numeri ufficiali. I 23,5 miliardi indicati nel fascicolo includono sia i danni strutturali sia i costi affrontati per l’emergenza dal 24 agosto ad oggi. Di questa cifra, 14 miliardi rappresentano i danni veri e propri agli edifici: 12,9 per quelli privati e 1,1 per quelli pubblici.

Ma la sequenza di terremoti non ha infatti provocato solo il crollo di case e palazzi: 3,1 miliardi sono i danni provocati al patrimonio artistico, 2,7 a infrastrutture, reti di distribuzione di energia, gas e acqua, quasi 500 milioni a attività produttive e agricoltura.

I restanti 3,2 miliardi sono invece i costi sostenuti dall’Italia per far fronte all’emergenza: ripristino delle funzionalità delle infrastrutture e degli impianti nei settori dell’energia, dell’acqua, delle acque reflue, delle telecomunicazioni, dei trasporti, della sanità, dell’istruzione. E, ancora, realizzazione di alloggi provvisori, servizi di soccorso rivolti alla popolazione, messa in sicurezza delle infrastrutture di prevenzione, protezione del patrimonio culturale, ripristino delle zone danneggiate.

Già il 16 novembre scorso l’Italia aveva presentato la richiesta di attivazione del Fondo, fornendo però una prima stima dei danni e dei costi calcolati fino al 25 ottobre 2016. Le scosse del 26 e del 30 ottobre, e quelle del 18 gennaio, hanno però costretto il Dipartimento, d’intesa con le 4 Regioni, a rivedere tutto ed integrare la documentazione.

“C’è stato – dice la Protezione Civile – un notevole aggravamento della situazione emergenziale”. Nel dossier iniziale, infatti, erano stati stimati danni e costi pari a 7 miliardi e 56 milioni, di cui 4,9 miliardi riferiti ai danni agli edifici privati e 350 milioni agli edifici pubblici. Inoltre, secondo l’analisi effettuata dai tecnici del Mibact, i danni al patrimonio culturale ammontavano a oltre 541 milioni.

Sulla base di questi numeri la Commissione Ue ha concesso, lo scorso 29 novembre, l’anticipo massimo consentito sul contributo finanziario del Fondo, vale a dire 30 milioni. Numeri che sono stati completamente rivisti e aggiornati nel nuovo fascicolo trasmesso a Bruxelles. E dunque ai danni e ai costi della prima emergenza, si sommano altri 16 miliardi e 470 milioni, di cui 8 miliardi si riferiscono ai danni agli edifici privati e 750 milioni agli edifici pubblici. E’ stato inoltre rilevato un incremento dei danni al patrimonio culturale pari a 2 miliardi e 500 milioni.

Lascia un commento