Auto: il 2017 parte bene in Europa. Crescita in doppia cifra a gennaio

TORINO. – Il 2017 parte bene per il mercato dell’auto europeo, mentre gli occhi continuano a essere puntati sullo sviluppo delle trattative tra General Motors e Peugeot per la cessione di Opel e sulle grandi partite che potrebbero rimettersi in moto nel settore a livello globale. Un nuovo round di consolidamento sembra alle porte. “Si muove qualcosa” anche nella disputa fra Berlino e Roma sulle emissioni di alcuni modelli Fca, finita davanti alla Commissione di Bruxelles che sta tentando una conciliazione.

A gennaio, grazie anche a due giorni lavorativi in più, sono state vendute, nei 28 Paesi Ue più quelli dell’Efta (Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera), 1.203.958 auto, con una crescita del 10,1% sullo stesso mese del 2016. Va bene l’intera Unione con la sola eccezione di Slovacchia (-1,2%) e Irlanda (-1,8%), in particolare i cinque maggiori mercati che valgono il 70,5% delle immatricolazioni.

Il Regno Unito, che nel 2016 aveva battuto il suo record assoluto realizzato nel 2015, a gennaio è cresciuto ancora, sia pure in misura limitata (+2,9%) dato il livello molto elevato già raggiunto dalle immatricolazioni. Negli altri quattro grandi mercati – Spagna, Italia, Francia e Germania – si registrano crescite fra il 10% e l’11%.

Fca ottiene ancora una volta un risultato in Europa (+15,2%) migliore di quello del mercato, con 83.780 immatricolazioni e la quota che sale al 7% dal 6,6% di un anno fa. Tra i brand del gruppo sono in crescita Alfa Romeo (+31,4%), Fiat (+17,3%) e Lancia Chrysler (+2,5%), mentre è in calo Jeep (-5,6%). Apertura “sotto buoni auspici”, commenta Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor.

Al centro dell’attenzione ci sono le manovre intorno a Peugeot-Opel. Le reazioni in Germania sono state molto dure e potrebbe essere imminente un incontro tra il governo tedesco e quello francese, ma la trattativa condotta in grande segretezza sembra già a uno stato avanzato. Lo dimostra il fatto che la numero uno di Gm, Mary Barra, ha ritenuto necessario andare a Russelsheim, sede centrale della Opel, per dare informazioni ai manager sullo stato dei colloqui.

L’annuncio della trattativa ha riportato in primo piano il risiko delle alleanze nell’auto e, in particolare, l’ipotesi di fusione tra Gm e Fca, da oltre un anno caldeggiata da Sergio Marchionne e sempre bocciata da Mary Barra. L’amministratore delegato di Fca è un convinto sostenitore della necessità di aggregazioni nel settore auto e il colosso di Detroit senza Opel sarebbe un partner ancora più adatto perché si ridurrebbero le sovrapposizioni in Europa e quindi il rischio di tagli. Un’eventuale aggregazione tra la prima e la terza casa auto degli Usa implicherebbe però una sovracapacità produttiva negli impianti americani, ipotesi sicuramente non gradita al presidente Donald Trump.

(di Amalia Angotti/ANSA)

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