L’Ue avverte l’Italia, manovra ad aprile o procedura

Pierre Moscovici, e Valdis Dombrovskis.
Pierre Moscovici, e Valdis Dombrovskis. EPA/OLIVIER HOSLET
Pierre Moscovici, e Valdis Dombrovskis.
EPA/OLIVIER HOSLET

BRUXELLES. – Consapevole della delicata fase politica che sta attraversando l’Italia, la Commissione europea non aprirà la procedura d’infrazione per il debito eccessivo ma invierà un avvertimento al Governo: la manovra correttiva va fatta entro il 30 aprile, oppure la procedura sarà inevitabile e verrà aperta alla prima occasione possibile, cioè il primo collegio dei commissari di maggio. Ci sarà anche un secondo messaggio: le riforme stanno rallentando proprio a causa della situazione interna.

Il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan, che ha incontrato i commissari Moscovici e Dombrovskis nella due giorni di riunioni a Bruxelles, ribadisce che il Governo ha dato la sua parola e che quindi lo sforzo da 0,2% si farà. Ma sui tempi non c’è certezza, e pesa la situazione che si è creata nel Pd, azionista di maggioranza del Governo, poco disposto ad avallare manovre in un clima di incertezza pre-elettorale.

Bruxelles pubblicherà il ‘Winter package’, parte del processo di supervisione dei bilanci chiamato ‘Semestre europeo’, che comprende un ‘Rapporto Paese’ sullo stato delle economie e un’analisi approfondita sugli squilibri macroeconomici e le correzioni messe in campo. In più, soltanto per l’Italia, sarà pubblicato anche il ‘rapporto 126.3’, dal nome dell’articolo del Trattato che indica le conseguenze per i Paesi che non rispettano la ‘regola del debito’.

L’avvertimento della Commissione è contenuto proprio in questo testo, che descriverà l’ampiezza della deviazione dei conti dagli obiettivi concordati, guardando in particolare al saldo strutturale. Il deficit strutturale, dal 2015, è peggiorato sempre di più nonostante i margini di flessibilità concessi, grazie ai quali “l’Italia può spendere 19 miliardi di euro in più”, ha ricordato il presidente della Commissione Jean Claude Juncker.

Non è quindi per uno ‘zerovirgola’ che l’Italia rischia l’infrazione ma perché, nonostante le concessioni, non ha dimostrato di saper fare nemmeno quello sforzo minimo che almeno la avvicinasse al rispetto ‘sostanziale’ delle regole, formula con cui la Commissione promuove i volenterosi.

Gli impegni elencati da Padoan non possono ancora essere presi in considerazione perché mancano dettagli e certezze, anche se l’Italia conta di avere un ok dalla Ue all’estensione dello ‘split payment’ entro marzo, cominciando quindi a mettere dei punti fermi sulle misure.

“Vale la pena fare la manovra”, interviene in merito Bankitalia, per bocca del suo direttore generale Salvatore Rossi, perché, spiega a diMartedì, “lo sviluppo economico nel medio e lungo termine non si fa con il debito pubblico”.

Nonostante la mancanza di chiarezza, Bruxelles non se la sente di sanzionare subito l’Italia anche se la incalzerà sulle riforme che sono rallentate, come quella del lavoro. L’Italia ha promesso la manovra entro il 30 aprile e le si darà fiducia, anche se dentro il collegio dei commissari, così come nell’Eurogruppo, non tutti sono convinti che sia la strada giusta.

Lasciar correre fino alla presentazione del Def, di fatto rendendo inutili i richiami di gennaio, dipinge un’Europa che non sa far rispettare le regole, sgradita ai soliti noti del Nord. Con i quali non serve più nemmeno agitare lo spauracchio dell’euroscetticismo, perché, rispondono, in Germania l’euroscetticismo si alimenta proprio dando un’idea di Ue debole.

(di Chiara De Felice/ANSA)

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