Sicurezza: 56 telecamere puntate sul Duomo di Milano

MILANO. – Occhi puntati, ma questa volta elettronici, sul Duomo di Milano. Dopo il recente caso del visitatore rimasto chiuso tutta la notte all’interno della cattedrale, sfuggito alla sorveglianza perché in bagno al momento della chiusura, il Comune e la Fabbrica del Duomo, con l’autorizzazione del garante della Privacy, danno il via a un’implementazione della videosorveglianza interna con 56 nuove telecamere.

Un sistema definito “intelligente” basato su telecamere collegate a sensori di movimento e rilevatori termici: infatti la Veneranda Fabbrica del Duomo ha ottenuto la non scontata autorizzazione del Garante, con conseguente eccezione ai termini di conservazione dei dati, 90 giorni invece degli ordinari 7.

Normalmente tali sistemi vengono ritenuti “eccedenti rispetto alla normale attività di videosorveglianza, in quanto possono determinare effetti particolarmente invasivi”. In un luogo di culto le cose si complicano ancor più, perché entra in gioco il rischio di rilevazione di uno dei dati personali più sensibili: le convinzioni religiose.

Tuttavia “l’utilizzo risulta comunque giustificato solo in casi particolari”. Insomma il terrorismo e la sicurezza spostano ancora un pochino all’ ingiù l’asticella della privacy. “Con l’aggiunta di queste telecamere e con il lavoro interforze possiamo dire che il Duomo è più che blindato”, ha commentato l’assessore alla Sicurezza, Carmela Rozza.

Polemica l’opposizione, con Riccardo De Corato (Fdi): “Noi siamo sempre favorevoli a un incremento di telecamere. Il problema però è l’esterno: le riprese non servono a niente se poi, dopo mezzanotte, non c’è nessun presidio. Il vandalo delle palme è stato ripreso ma se ci fossero stati degli agenti pronti, l’avrebbero fermato”.

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