Alitalia stringe sul piano di rilancio,verso tagli da un miliardo

Un aereo Alitalia in pista ripreso da prua.
Un aereo Alitalia in pista ripreso da prua.

ROMA. – Ultimi giorni di lavoro sul piano di rilancio di Alitalia. Il consiglio di amministrazione tornerà a riunirsi a breve, probabilmente mercoledì, per dare il via libera definitivo al piano che punta a far ripartire la compagnia attraverso un ripensamento del business e ad un sforbiciata ai costi nell’ordine di un miliardo di euro solo per i primi tre anni.

Per attuarlo al meglio si punta anche ad una riorganizzazione del management, con un tandem al vertice della compagnia: l’amministratore delegato Cramer Ball dovrebbe essere affiancato da Luigi Gubitosi (probabilmente nel ruolo di presidente esecutivo), il cui arrivo potrebbe essere deciso nel prossimo board.

Il piano, che il consiglio della scorsa settimana, ha definito “serio e realistico”, ha l’ambizioso compito di far ridecollare una compagnia che, nonostante l’accordo da 1,758 miliardi di euro di due anni e mezzo fa con Etihad per ristrutturare la compagnia italiana e riportarla all’utile quest’anno, ha archiviato il 2016 con una perdita stimata intorno al mezzo miliardo e si trova ora a fare i conti con una liquidità sufficiente per uno al massimo due mesi.

La manovra, che dovrebbe valere tra 900 milioni e 1,2 miliardi in 5 anni, ridisegna il modello business, dividendo la compagnia in due: una ‘divisione’per il lungo raggio ed una con una formula ‘ibrida’ sul breve e medio raggio. Il piano si sviluppa sul doppio binario dell’aumento dei ricavi e del taglio dei costi.

In particolare su quest’ultimo fronte la sforbiciata potrebbe arrivare fino ad un miliardo entro il 2019, come indicato dal Wall Street Journal. Una cifra che comprenderebbe anche i risparmi derivanti dal costo del personale, attraverso la rinegoziazione del contratto di lavoro e il taglio di posti di lavoro. Questa voce però finora non è stata conteggiata, perché sarà oggetto della trattativa con i sindacati.

Sulla riduzione dei costi (escluso il costo del lavoro) l’a.d. Ball ha annunciato a gennaio di aver identificato 160 milioni di tagli per il 2017, cifra che ora, dopo le richieste delle banche, potrebbe lievitare fino a 190 milioni. Nell’arco di piano la riduzione dei costi potrebbe arrivare a regime a circa 300-320 milioni.

Tutti numeri cui andranno aggiunti i risparmi sul costo del personale. Su questo aspettano alla finestra i sindacati, che dovranno rinegoziare con l’azienda il nuovo contratto e trattare sul delicato tema degli esuberi, che indiscrezioni quantificano tra 1.600 e 2.000. A loro il piano verrà presentato probabilmente la prossima settimana, dopo che sarà stato presentato al Governo, che il 9 gennaio scorso aveva concesso 2-3 settimane all’azienda per un piano “dettagliato e condiviso”.

Intanto continua la polemica sulla decisione della compagnia di interrompere dal 27 marzo le operazioni su Reggio Calabria. A fianco dei calabresi si schiera il presidente dell’Anci e sindaco di Bari Antonio Decaro, che avverte: “Una città metropolitana non può essere isolata dal resto del Paese. Senza collegamenti efficienti, senza infrastrutture non può esserci sviluppo”.

Ball in una lettera inviata venerdì ai dipendenti spiega che “non sono decisioni prese a cuor leggero”, ma questi voli “producono ingenti perdite” e “per molti mesi abbiamo dialogato con le autorità del territorio” senza trovare una soluzione. Ball ribadisce comunque la disponibilità a valutare con le competenti autorità “nuovi scenari che consentano di ripristinare in maniera sostenibile i voli”.

(di Enrica Piovan/ANSA)

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