Il 28 maggio referendum Cgil. Camusso, pronti alla sfida

ROMA. – E’ domenica 28 maggio la data fissata dal governo per il voto sui due referendum promossi dalla Cgil, uno per l’abolizione dei voucher – sui quali il governo potrebbe accelerare le modifiche con un decreto -, l’altro per la reintroduzione della piena responsabilità solidale negli appalti.

La Cgil si prepara alla “sfida”, come dice il segretario generale Susanna Camusso, rilanciando la campagna elettorale “impegnativa, ma che non ci spaventa”, avviata subito dopo l’ok della Consulta all’ammissibilità dei due quesiti, lo scorso 11 gennaio (quando ha invece bocciato il referendum sull’articolo 18).

E torna a rinnovare la richiesta, avanzata sin dall’inizio, di un election day per accorpare il voto sui referendum con le prossime elezioni amministrative “e non perché ci preoccupa il quorum – precisa Camusso – i Comuni al voto non sono tantissimi: sarebbe solo una scelta oculata, in un’ottica di finanza pubblica”.

Proprio sull’election day – che poi non viene escluso dal governo – si scatena la polemica politica, che va da una parte del Pd al M5S. Sostiene che “ci vuole un election day” il governatore della Puglia e candidato alla segreteria Pd, Michele Emiliano, sottolineando che così “possiamo evitare lo spreco di 300 milioni di euro” e facendo sapere che “voterò due volte Sì ai referendum della Cgil”.

Lo chiedono i capigruppo del Movimento 5 stelle di Camera e Senato, Vincenzo Caso e Michela Montevecchi, in modo da “risparmiare centinaia di milioni di euro, garantendo al tempo stesso una vasta partecipazione al voto referendario. Oppure – aggiungono – il governo Renzi-Gentiloni ha paura proprio del voto referendario e temendo il raggiungimento del quorum vorrà sabotare il quesito?”.

Il presidente del Veneto, Luca Zaia, chiede invece a Palazzo Chigi che la data del referendum diventi l’election day per consentire anche la consultazione popolare per l’autonomia del Veneto. Arrivano poi le parole del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti: “Non credo di poter escludere” l’election day, dice, pur precisando che “la competenza è del ministero dell’Interno e del Consiglio dei ministri, ma è una cosa ad oggi possibile”.

Così come è possibile, aggiunge il ministro, che il governo alla fine ricorra ad un decreto legge per portare in porto, in tempi “compatibili”, le modifiche sui voucher, partendo dal testo unico che la commissione Lavoro della Camera sta completando.

Una conferma in questo senso sembra arrivare dal premier Paolo Gentiloni: “Abbiamo la sfida – dice ai parlamentari riuniti alla Camera – di correggere nei prossimi giorni le norme che saranno oggetto del referendum che abbiamo convocato”.

Sul merito “governo e parlamento” al momento restano “assolutamente lontani dall’affrontare i temi posti dai referendum”, ribadisce Camusso. Quanto alla proposta della commissione, il testo è alle battute finali: domani scade il termine per la presentazione degli emendamenti, giovedì si vota.

Al momento non sembra ci sia l’intenzione di tornare indietro rispetto alla possibilità di retribuire con i voucher anche i lavoratori disabili, che invece la Cgil ha definito una proposta “aberrante”. Replica la relatrice del provvedimento, Patrizia Maestri (Pd): “Non non è una cosa scandalosa, esiste da 14 anni e le associazione dei disabili finora non hanno protestato”.

In commissione Lavoro della Camera sono state incardinate anche due proposte di legge che intervengono sul quesito degli appalti, “in materia di responsabilità solidale del committente per il pagamento delle retribuzioni e l’assolvimento degli obblighi contributivi da parte dell’appaltatore”.

Ad oggi il testo della commissione sui voucher circoscrive l’utilizzo alle sole famiglie e alle imprese senza dipendenti (innalzando il costo a 15 euro), con un tetto di spesa di 3.000 euro annui; indica alcune ‘eccezioni’ nella Pa e in agricoltura (raccolta stagionale per pensionati e studenti under 25).

Dal fronte sindacale, la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, sostiene che il referendum “si può ancora evitare” riportando i voucher alla legge Biagi. Anche il leader della Uil, Carmelo Barbagallo, insiste per un intervento “radicale” e sostiene che c’è il tempo per farlo, altrimenti “non potremmo che sostenere le ragioni del referendum”.

(di Barbara Marchegiani/ANSA)

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