Mattarella a Locri: “Prosciugare le paludi della corruzione”

L'intervento del Presidente Sergio Mattarella in occasione dell'incontro promosso da "Libera.Associazione,Nomi e Numeri contro le mafie" (Dal sito ufficiale del Quirinale)
L’intervento del Presidente Sergio Mattarella in occasione dell’incontro promosso da “Libera.Associazione,Nomi e Numeri contro le mafie” (Dal sito ufficiale del Quirinale)

LOCRI (REGGIO CALABRIA). – Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella arriva a Locri per incontrare i familiari delle vittime delle mafie e lancia un monito forte per la lotta alla criminalità organizzata. I mafiosi, dice senza mezzi termini, “non hanno onore” e benché l’Italia abbia fatto passi avanti nel contrasto, “é necessario non fermarsi e prosciugare le paludi dell’inefficienza, dell’arbitrio, del clientelismo, del favoritismo, della corruzione, della mancanza di Stato, che sono l’ambiente naturale in cui le mafie vivono e prosperano”.

Lui, colpito dalla mafia negli affetti più cari con l’omicidio del fratello Piersanti, ucciso a Palermo il 6 gennaio 1980, si trova a parlare a coloro che si trovano nella sua stessa situazione, radunati a Locri per la XXII Giornata della Memoria e dell’impegno, organizzata da Libera di don Ciotti e Avviso pubblico.

Un gesto sottolineato anche dall’ex premier Matteo Renzi: “È bello vedere oggi il Presidente della Repubblica, il Presidente di tutti gli italiani, alla manifestazione di Libera”. E Mattarella, sottolinea Renzi in un post su Facebook, “compie oggi un gesto particolarmente significativo per il Paese ma anche per la sua storia personale. Grazie Presidente Mattarella”.

Seduto al fianco del ministro dell’Interno Marco Minniti, con vicino la presidente della Commissione antimafia Rosy Bindi, il Capo dello Stato ascolta i familiari delle vittime leggere, uno ad uno, i nomi di 950 persone uccise dalle mafie, tra i quali quello di suo fratello.

Tra loro, sottolinea dopo avere preso la parola, ci sono anche “donne e bambini. Sì, tante donne e tanti bambini”. Perché, dice, “i mafiosi non conoscono pietà né umanità. I loro sicari colpiscono, con viltà, persone inermi e disarmate”. È per questo – ed è l’altro monito che lancia dalla Calabria – che “la lotta alle mafie riguarda tutti. Nessuno può pensare di chiamarsene fuori. Lottare contro la mafia – aggiunge – non è soltanto una stringente e doverosa esigenza morale e civile. E’ anche una necessità per tutti”.

E’ una necessità per la società e lo è per lo Stato, “che deve tutelare i diritti dei suoi cittadini e deve veder rispettate ovunque, senza zone franche, legalità e giustizia”. Ed in questa lotta contro le cosche ad ogni latitudine la loro parte la devono fare anche politici ed amministratori, qualunque sia il loro livello, che devono “essere fedeli ai propri doveri e, quindi, impermeabili alle infiltrazioni e alle pressioni mafiose”.

Perché la mafia, tiene a sottolineare il Capo dello Stato, “è ancora forte, è ancora presente”. E controlla attività economiche, legali e illegali, tenta di dominare su pezzi di territorio, cerca di arruolare in ogni ambiente. Da qui la necessità invocata da Mattarella di “azzerare le zone grigie, quelle della complicità, che sono il terreno di coltura di tante trame corruttive”.

Di passi avanti nella lotta alle mafie, comunque, evidenzia Mattarella, l’Italia ne ha fatti molti “seguendo anche l’intuizione di uomini illuminati e spesso vittime delle mafie”. Ed allora, è l’invito del Presidente della Repubblica, “occorre sostenere il lavoro quotidiano, la rettitudine, la professionalità, l’intelligenza di tante donne e uomini dello Stato che, in magistratura e nelle forze dell’ordine, difendono la vita sociale, la libertà personale e familiare, dall’aggressione delle mafie, con prevenzione e repressione”.

Ed infine, rivolto ai familiari delle vittime che lo ascoltano, dice che le loro ferite “sono inferte al corpo di tutta la nostra società, di tutta l’Italia” e che il loro ricordo “rappresenta la base sulla quale costruiamo, giorno dopo giorno, una società più giusta, solidale, integra, pacifica”.

(dell’inviato Alessandro Sgherri/ANSA)

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