Trattati di Roma, Tsipras: “Non è la nostra Ue, cambiamola”

Alexis Tsipras in camicia bianca con le braccia alzate durante una conferenza stampa
Alexis Tsipras.(ANSA/AP Photo/Lefteris Pitarakis)
(ANSA/AP Photo/Lefteris Pitarakis)

ROMA. – Alexis Tsipras è il primo ad arrivare a Roma, dove i leader dell’Unione Europea si apprestano a celebrare i 60 anni dei Trattati di Roma, ed al tempo stesso individuare idee che rilancino il progetto europeo, pressato da sfide antieuropeiste e dalla sfiducia di molti cittadini. Il premier greco è intervenuto ad un evento organizzato dalla Sinistra Europea e dalla rete ‘Transform Europe’ alla facoltà di Economia dell’Università La Sapienza di Roma, in previsione della manifestazione di sabato chiamata La Nostra Europa.

Un intervento in cui ha tentato di bilanciare il suo ruolo di leader politico della sinistra con quello di premier. “Questa non è la nostra Europa. – ha attaccato – Questa Europa la vogliamo cambiare, per dire no all’Europa della paura, della disoccupazione e della povertà e dire sì all’Europa che si occupa dei bisogni sociali”.

“Oggi sono diviso – ha detto Tsipras accolto dagli applausi alla facoltà di Economia e commercio – sono qui tra amici e compagni, sono fuori dal meccanismo del potere, ma sabato sarò tra i leader che decidono il futuro dell’Europa. A loro farò una domanda: c’è ancora un acquis sociale per tutti gli europei, l’Europa che difende il proprio modello sociale, o si è arresa all’Fmi?”.

Il premier ha quindi ricordato i sacrifici del popolo greco, e come i primi due memorandum che avrebbero dovuto ”salvare la Grecia” abbiano solo salvato le banche europee, e ha criticato chi usa gli stereotipi nazionali “come quello dei nordici prudenti e dei meridionali spendaccioni” per coprire i fallimenti economici: “Dijsselbloem , invece di usare frasi razziste e sessiste contro la Grecia, farebbe meglio a chiedere alla Germania di aumentare la spesa pubblica, visto il surplus di cui dispone”.

Ricordando come il suo governo fu costretto ad accettare l’ultimo memorandum, Tsipras ha poi incalzato: “Siamo stati eletti per guidare la Grecia fuori dal memorandum, e saremo quelli che riporteranno la contrattazione collettiva in Grecia. Questo governo non abbandonerà il popolo greco a chi vuole imprigionare nella camicia di forza dell’austerità, gli yes men del neoliberismo”.

Per la Grecia, il vertice di Roma ha un ‘importanza particolare’. Tsipras intende proporre con forza la necessità di rilanciare l’Europa sociale, contro quella del liberismo che ha aggravato drammaticamente la crisi ellenica, e contro i nazionalismi e razzismi che attraversano il continente con sempre maggior forza, sospinti dai timori per l’immigrazione.

Ma per la Grecia l’obiettivo è anche inserire nel documento finale, la Dichiarazione di Roma che verrà siglata sabato, un riferimento all’ammorbidimento del debito ellenico. Per Tsipras, occorre usare il tema dei diritti dei lavoratori contro le pressioni del Fondo Monetario, che vuole ad ogni costo una ennesima riforma del mercato del lavoro nel Paese, ancora schiacciato dalla crisi.

In sala, gli interventi di leader e personalità della sinistra europea, come Walter Baier, presidente della fondazione organizzatrice Transform! Europe, Grigor Gysi, presidente della Sinistra Europea, ma anche Maurizio Landini, segretario generale della Fiom, Moni Ovadia, e Margà Ferrè, coordinatrice di Izquierda Unida, Paolo Ferrero di Rifondazione Comunista, vicepresidente di Sinistra Europea.

Tutti portatori di un messaggio: l’Europa dev’essere dei cittadini e non delle grandi istituzioni finanziarie, e se il sogno deve restare vivo, occorre una drastica svolta dalla direzione a loro giudizio fallimentare, intrapresa dall’Ue in questi anni.

(di Patrizio Nissirio/ANSAmed)

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