Trattati di Roma, Galantino: “No al populismo, lucra sulla paura”

ROMA. – La Chiesa italiana esprime il suo “no deciso” a “soluzioni populistiche che continuano a lucrare sulla comprensibile paura che nasce in questi casi”: lo ha detto il segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino, incontrando i giornalisti all’indomani dell’attacco terroristico a Londra. “La Chiesa – ha detto Galantino – crede con forza alla casa comune europea e lo ribadisce con altrettanta forza in vista delle celebrazioni per i 60 anni dei Trattati di Roma”.

Interpellato sul tema del populismo, su cui ha ricordato le parole “senza equivoci” del card. Bagnasco nella sua prolusione, Galantino ha confermato la preoccupazione crescente dei vescovi nel corso degli anni, fino alle attuali espressioni di allarme.

“E’ per lo stesso motivo – ha spiegato – per cui oggi tanti in Italia sono preoccupati nel vedere se le forze cresciute denunciando l’incapacità di rispondere al disagio reale dei cittadini abbiano dentro effettivamente le capacità di rispondere a questi disagi. Cioè se la delusione che è stata provocata dai partiti non debba ripetersi di fronte a quanti col megafono in mano dicono cose che magari non rispondono al vero”.

“Molte volte il populismo – ha aggiunto – poggia sulla mancanza di memoria: non ricordiamo fatti che invece dovremmo avere ben presenti. Quando il populismo si trova in mano la possibilità di governare e quando questo governo resta fatto di parole e di gesti non condivisibili, i problemi rimangono tali e allo stesso punto”.

Per Galantino, “l’acqua che fa crescere la pianta del populismo è l’inefficienza di chi dovrebbe dare risposta ai problemi reali: finché noi avremo così tanti disoccupati, finché avremo famiglie che devono accalcarsi alle nostre Caritas – dove abbiamo dovuto introdurre i numeri -, finché ci saranno queste scene è chiaro che il populismo va avanti: ma i problemi non sono le persone, bensì il fatto che poi la gente continua a restare lì, le persone restano lì”.

Su Londra, il numero due della Cei ha detto che “fatti di questo tipo ci riportano nella paura: l’importante è evitare semplificazioni e non convincerci che questi problemi si risolvano alzando i muri”. “Questi delinquenti – ha aggiunto sui terroristi – mostrano di non aver voglia di venire qui con i barconi”. E ha espresso l’auspicio che “ci vengano risparmiate reazioni volutamente intrise di insopportabile sciacallaggio”.

In vista poi dei 60 anni dell’Ue, Galantino ha lamentato che “è come se fossimo su un piano inclinato, con i timori di implosione dell’Europa”. A tale proposito, il comunicato finale del Consiglio Cei rileva che “mentre a Roma ci si appresta a celebrare il 60/o anniversario dell’Unione Europea in un clima appesantito da movimenti populisti e spinte disgreganti, il Consiglio Permanente si è ritrovato concorde nel rilanciare il cammino intrapreso. Ne ha indicato l’anima nell’ispirazione originaria – spirituale – dei padri fondatori e la condizione nel concepirsi come casa dei popoli e delle Nazioni, evitando omologazioni di pensiero e di tradizioni”.

“E’ un’Unione Europea dai Vescovi richiamata a ritrovarsi nella cultura del Mediterraneo e, quindi, a prestare più attenzione a chi cerca di attraversarlo”, aggiunge il documento. E a tale proposito, quello dell’attenzione ai migranti, Galantino ha affermato che “la Chiesa non fa passi indietro, anzi rilancia”, ricordando i numerosi progetti nei Paesi impoveriti, i corridoi umanitari, l’accoglienza tramite parrocchie, Caritas e istituti religiosi: e presentato una nuova iniziativa, “Liberi di partire, liberi di restare”, che prevede un investimento di 30 milioni di euro dall’8 per mille, dando “centralità alle Chiese locali, sia nei Paesi in via di sviluppo dove verranno indirizzati gli interventi più significativi, sia nei Paesi di transito, sia in Italia soprattutto per le realtà più prossime ai porti di sbarco e impegnate a favore dei minori e delle vittime di tratta”.

(di Fausto Gasparroni/ANSA)

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