Manovra: un miliardo per il sisma. Gentiloni: “Sostegno alla crescita”

Amatrice: il giorno dopo il terremoto
Amatrice: il giorno dopo il terremoto.
Amatrice vista da Musicchio sei mesi dopo il terremoto che ha colpito il Centro Italia , 24 febbraio 2017.
ANSA/ GRILLOTTI

ROMA. – Non solo una correzione finanziaria, ma anche un incentivo allo sviluppo, in particolare nelle zone terremotate del Centro Italia. La manovrina di primavera sarà un provvedimento completo, non di puro rientro dei conti in base ai dettami di Bruxelles, ma qualcosa in più, di stimolo alla crescita e “all’inclusione sociale”, come ama definirla Pier Carlo Padoan. Con una capriola di risorse, circa un terzo dei 3,4 miliardi di aggiustamento saranno destinati proprio alle aree colpite dal sisma, con un pacchetto di possibili agevolazioni fiscali e di interventi pro-investimenti.

Che la manovra non dovesse avere un carattere regressivo, ma dovesse concentrarsi anche sulla crescita è stato in questi mesi un continuo leit motiv sia al Tesoro che a Palazzo Chigi, oltre che nelle file del Pd. Il premier Paolo Gentiloni lo ha ribadito in qualche modo anche davanti alle Regioni, assicurando che le priorità del Def saranno lavoro e investimenti. Parole che quasi tutti i governatori hanno mostrato di apprezzare ma che non hanno convinto fino in fondo Luca Zaia e il candidato alla segreteria del Pd, Michele Emiliano.

“Dobbiamo mettere in campo un quadro di politiche economiche che ci consenta di mantenere gli equilibri di bilancio e la razionalizzazione della spesa e accompagni e sostenga la crescita. – ha sottolineato il presidente del Consiglio – Ci sono norme e vincoli europei che non dobbiamo dare per intoccabili, c’è un margine di negoziato”. Da qui all’autunno, quando sarà messa a punto la legge di bilancio 2018, la discussione con Bruxelles sarà dunque “aperta e potrà produrre risultati”.

Il primo potrebbe arrivare proprio con la manovrina. In accordo con l’Ue, la correzione conterrà un pacchetto di interventi a favore dell’economia delle zone terremotate per un valore che potrebbe aggirarsi sul miliardo di euro. Si tratterebbe però non di un miliardo aggiuntivo, ma di una fetta a valere sulla stessa correzione.

Le misure correttive incideranno infatti sul deficit strutturale, così come sollecitato da Bruxelles, mentre quelle pro-terremoto avrebbero un impatto solo sul deficit nominale e potrebbero non essere calcolate ai fini del fiscal compact, che esclude le spese eccezionali per le calamità naturali dai parametri di bilancio.

Inserire misure pro-crescita nel provvedimento permetterebbe del resto anche di trovare un compromesso con le esigenze più politiche del governo e del Partito democratico. Non a caso, anche nella sua Enews, Matteo Renzi è tornato all’attacco difendendo l’operato del suo governo e scaricando sugli esecutivi precedenti, Berlusconi, ma anche Monti e Letta, la responsabilità del peggioramento dei conti pubblici italiani.

Non tarda la risposta di Monti, “Renzi parla molto, che è positivo, ma ascolta poco, il che è male. Renzi dovrebbe tenere presente” che “i tassi di interesse erano molto più alti quando governai io” e si abbassarono anche grazie “al sottoscritto che ha fatto pressioni alla Merkel”.

Il lettiano Marco Meloni chiede a Renzi “il rispetto per la verità oggettiva dei fatti”, mentre Andrea Orlando si è limitato a ringraziare a Bruxelles l’opera di Letta: “una personalità che ha guidato il Paese in un passaggio non semplice della sua vita e che ha svolto un ruolo importante nella costruzione del Pd”.

Renzi ha quindi assicurato di avere con Padoan un rapporto “personale di stima e amicizia”. Ma i retroscena giornalistici, così come lui stesso li definisce, parlano da giorni di tensioni tra i dem di ala renziana e il titolare del Tesoro proprio sulle misure da inserire nella correzione. Tanto che, dopo la bocciatura esplicita dell’aumento delle accise e delle privatizzazioni, Padoan incontrerà i gruppi parlamentari del Pd, presumibilmente la prossima settimana.

Lascia un commento