Usa Today, Trump: “Spuntano affari con criminali russi”

NEW YORK. – Il Russiagate rischia una clamorosa escalation. Perché stavolta si parla di un possibile diretto coinvolgimento di Donald Trump con uomini d’affari russi, alcuni dei quali sospettati di essere legati alla criminalità organizzata. Almeno stando a un’inchiesta del quotidiano Usa Today, secondo cui il tycoon per espandere il suo business nel settore immobiliare avrebbe avuto negli anni ripetuti rapporti di lavoro con miliardari ed oligarchi legati all’ex Unione Sovietica.

Le nuove rivelazioni cadono in un momento molto delicato delle indagini di Fbi e Congresso sulle presunte interferenze del governo di Vladimir Putin sulle elezioni presidenziali americane. Momento in cui due degli uomini più vicini a Trump – l’ex manager della campagna elettorale Paul Manafort e il genero Jared Kushner, marito della figlia Ivanka – sono stati chiamati a testimoniare davanti alla commissione intelligence della Camera dei Rappresentanti, per spiegare i loro legami con ambienti russi e i loro presunti incontri con personalità vicine al Cremlino.

Il racconto di Usa Today si basa su numerose carte giudiziarie e svariati documenti esaminati da diverse corti federali. Nonché sulle interviste di un ex procuratore federale, Ken McCallion, e dell’ex responsabile della Cia per le operazioni in Russia, Steven Hall.

Ed è un racconto che – se confermato – smentirebbe l’affermazione del presidente americano di non avere mai intrattenuto rapporti personali con Mosca: “Io non ho affari con la Russia, non ho contratti che si devono realizzare in Russia perché mi sono tenuto lontano e non ho debiti in Russia”, aveva detto poche settimane fa il tycoon per difendersi dal polverone mediatico.

Eppure Usa Today fa un elenco di almeno 10 uomini d’affari miliardari legati all’ex Urss con cui Trump e le sue società avrebbero trattato e lavorato. Personaggi accusati a vario titolo di gravitare nel mondo del crimine e del riciclaggio di denaro sporco.

Tra questi un manager della società che ha sviluppato il Trump Soho Hotel di Manhattan, condannato e con un anno di carcere alle spalle per aver accoltellato un uomo e più tardi messo sotto sorveglianza per controllare eventuali affari ed investimenti fatti da Trump in Russia.

Sempre in riferimento al progetto di Soho spunta un altro investitore russo accusato dalle autorità del Belgio nel 2011 di aver partecipato al riciclaggio di almeno 55 milioni di dollari. Il tycoon avrebbe avuto a che fare anche con i proprietari di tre mega-condomini dell’impero Trump in Florida e a Manhattan, accusati di appartenere a un’organizzazione criminale russo-americana.

Completano la lista un ex sindaco kazako, accusato nel 2014 a Los Angeles di nascondere milioni di dollari rubati nella sua città, e il proprietario ucraino di due edifici di Trump in Florida, anch’egli incriminato per riciclaggio nell’ambito di un’inchiesta che coinvolge anche un ex premier di Kiev.

Intanto Trump contrattacca, e in una serie di tweet si chiede perché il Congresso non indaghi sui legami dei Clinton con la Russia. Ribadendo l’accusa all’ex segretario di stato di aver preso soldi da Mosca per aver favorito nel 2009 l’accordo sulla fornitura di uranio americano alla Russia.

(di Ugo Caltagirone) (ANSA) –