M5S accelera roadmap per arrivare al governo. Polemiche sui territori

Bandiere del M5S
Si calmano le acque nella maggioranza.

ROMA. – Prepararsi ad ogni scenario, anche a un voto in autunno matematicamente non impossibile. E’ un po’ questo il binario su cui il M5S sceglie di accelerare sul programma da far votare in rete e approfondire, allo stesso tempo, il dialogo con esperti che possano contribuirvi. Ad Ivrea l’8 aprile – primo seminario promosso dalla Associazione Casaleggio – oltre allo stato maggiore pentastellato sul palco saliranno gli intellettuali più ‘vicini’ all’universo Cinque Stelle: da Aldo Giannuli a Domenico De Masi.

Sul blog, intanto, prosegue a ritmo sostenuto l’elenco dei punti del programma Esteri del Movimento. E la squadra per il governo? “La sceglieremo in autunno”, sottolinea Roberto Fico dando un primo timing per il team con cui il M5S si presenterà al voto.

Alle spalle, tuttavia, il Movimento continua a lasciarsi una scia di polemiche per i candidati alle amministrative di giugno. Non si placa, a Genova, l’ira dell’esclusa Marika Cassimatis, che su Facebook pubblica (oscurando i cognomi degli interlocutori) uno scambio di messaggi piuttosto criptico: “perché allora è stata ammessa alle consultazioni online”, è l’sms che invia Rosario.

“Per sbaglio, non pensavano riuscisse a prendere i 27 candidati consiglieri. Infatti Pirondini mi risulta che ha preso 60 voti e lei 28 poi online era più conosciuta e la frittata è stata fatta lì”, risponde Enrico. E Cassimatis, commentando lo scambio di battute, attacca: “i nodi vengono al pettine”.

A Piacenza, dove gli iscritti sono chiamati a scegliere tra Rosarita Mannina (sostenuta da parte dei meetup) e Andrea Pugni (appoggiato dai consiglieri comunali) il clima non è meno teso: le due liste da tempo attendevano la certificazione dello staff di Casaleggio mentre, a votazione in corso, nel pomeriggio circolava già in rete il video di presentazione di Mannina.

“E’ scorretto”, attaccano i sostenitori di Pugni che alla fine la spunta con 59 voti a 31. Tra i parlamentari, per ora, sembra invece reggere la tregua. “Su Cassimatis se Grillo ha deciso ci sono gli elementi, lui è il garante ma non significa capo”, assicura Fico, da lunedì nuovo capogruppo alla Camera.

E’ su Luigi Di Maio che si concentrano invece gli attacchi del Pd, che punta il dito su una sua gaffe in tv (il vice presidente della Camera è inciampato sul nome del sociologo Luciano Gallino, chiamandolo Gallini) e sul suo viaggio in Danimarca per ‘apprendere’ l’avanzato progetto energetico del governo scandinavo. “Di Maio è ignorante o in malafede, il modello danese prevede i termovalorizzatori contro cui il M5S fa campagna contro”, attaccano i Dem.

(di Michele Esposito/ANSA)

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