La crisi spinge le famiglie verso i depositi, come negli anni ’80

ROMA. – La crisi ha ridisegnato le abitudini di risparmio degli italiani e negli ultimi anni li ha spinti ad una maggiore diffidenza verso i prodotti finanziari complessi. Tanto che, nonostante tassi di interesse bassissimi, 4mila miliardi di ricchezza delle famiglie sono tornati a spostarsi “su circolante e depositi bancari e postali”.

La fotografia scattata dal governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, riporta il Paese indietro di oltre 30 anni, agli anni ’80, quando nei semplici conti correnti e nei conti deposito delle Poste si concentrava oltre il 30% delle attività finanziarie dei risparmiatori. Esattamente come oggi.

Al fenomeno è peraltro corrisposta anche la grande fuga dai prodotti obbligazionari. La macchina del tempo riporta in questo caso indietro fino agli anni ’50.

“Il possesso di titoli obbligazionari (compresi quelli pubblici), la cui quota aveva raggiunto il 30 per cento alla fine degli anni Ottanta, è invece sceso oggi intorno al 10 per cento del totale delle attività finanziarie lorde, la percentuale più bassa dal 1950 (che resta però elevata nel confronto internazionale), per un ammontare pari a 400 miliardi di euro”, ha chiarito il governatore.

Gran parte del problema, ha spiegato ancora Visco, sta nella mancanza di educazione finanziaria dei risparmiatori italiani. Indagini internazionali, come quella condotta da Standard and Poor’s nel 2014, mostrano come tra gli adulti in grado di compiere già scelte autonome di investimento l’Italia sia all’ultimo posto in Europa per consapevolezza dei rischi.

Tra i giovani le cose non vanno meglio. Nel 2012 “l’indagine OCSE-PISA collocava il nostro paese all’ultimo posto tra i paesi Ocse”, ha aggiunto ancora Visco. In questo contesto, la vigilanza può arrivare fino a un certo punto perché “non può sostituirsi alle scelte del risparmiatore”.

Il quadro ben chiaro al governo che, con la spinta decisiva del Parlamento, si sta in questi mesi muovendo per diffondere l’alfabetizzazione finanziaria a tutti i livelli. “Sono fiducioso che già quest’anno potremo attuare la Strategia nazionale di educazione finanziaria”, ha sottolineato il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. Il Ministero dell’Istruzione promuoverà interventi tra i giovani e nelle scuole, mentre al Mef toccherà il compito di “istruire” gli adulti.

I ministeri saranno affiancati dal Comitato per l’educazione finanziaria introdotto dal decreto Salva-risparmio, che sarà istituito entro il mese di maggio. Molto lavoro sarà necessario anche sui prospetti informativi che, a parere del presidente della Consob, Giuseppe Vegas, “costituiscono, oggi, fonte di assoluta oscurità. Spesso su operazioni delicate arrivano anche a mille pagine. Mi chiedo chi sia in grado di leggerli. Un prospetto così vasto – ha insistito – è incomprensibile ai più”.

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