Argentina: primo sciopero generale contro Macri

BUENOS AIRES. – La capitale argentina ha vissuto una giornata di contrasti quasi paradossali: mentre il presidente Mauricio Macri inaugurava l’edizione regionale del Foro di Davos nel quartiere trendy di Puerto Madero, infatti, intorno a lui la megalopoli di Buenos Aires appariva deserta e silenziosa, a causa dello sciopero generale convocato contro la sua politica economica dalla centrale sindacale Cgt.

“Fa piacere ritrovarsi qui, al lavoro”, ha detto Macri nell’apertura del Foro, durante la quale ha difeso a spada tratta la sua linea politica. “Quello che sta avvenendo nel mio paese da 15 mesi è molto più di un cambiamento di politica economica, è un cambiamento culturale, scaturito da anni e anni in cui abbiamo visto quale era l’effetto di scelte sbagliate e di valori che non rappresentano l’essenza degli argentini”, ha detto.

Gli applausi con i quali è stato ricevuto stonavano con il silenzio della città vuota, e ancor di più con il rumore delle cariche della polizia che ha sgomberato con la forza vari posti di blocco eretti all’alba da picchetti di manifestanti.

La stridente contraddizione incarna il paradosso attuale del governo di Macri: festeggiato e celebrato all’estero per aver chiuso il decennio di isolazionismo e populismo dei Kirchner, in Argentina la popolarità del presidente sta rapidamente perdendo quota a causa della crisi economica.

La deregulation del mercato dei cambi, l’abolizione dei sussidi all’energia, il rientro nei mercati finanziari e i ritagli nella spesa pubblica, infatti, hanno innescato una inflazione ancora fuori controllo e colpito duramente due settori cruciali per l’economia locale: l’edilizia e l’industria.

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