Il Senato conferma Gorsuch, per Trump prima vittoria

WASHINGTON. – Il Senato degli Stati Uniti ha confermato la nomina del giudice Neil Gorsuch indicato dal presidente Donald Trump per riempire il posto lasciato vuoto alla Corte Suprema dallo scomparso Antonin Scalia, ripristinando quindi gli equilibri della massima corte venuti a mancare con la scomparsa del giudice conservatore. Si chiude così un dossier importante per Trump (nello sforzo tra l’altro di dare seguito alle promesse elettorali), mentre sembra balzare in testa alle priorità la ‘riorganizzazione’ della West Wing le cui lotte interne hanno minato la credibilità della Casa Bianca.

Con 54 voti favorevoli e 45 contrari il Senato ha decretato la prima vittoria politica di Trump al Congresso. Giunta però dopo un lungo braccio di ferro, una battaglia passata per la determinata opposizione dei democratici con uno ostruzionismo quasi senza precedenti e un’altrettanto rara ed estrema reazione dei repubblicani che, per avere il giudice conservatore alla massima corte hanno dovuto cambiare le regole di voto, invocando la cosiddetta ‘opzione nucleare’ per portare la soglia minima necessaria per la conferma dai 60 voti su 100 alla maggioranza di 51 (i repubblicani al Senato hanno 52 seggi).

Già lunedì il giuramento, con due separate cerimonie, alla Corte Suprema e alla Casa Bianca, per il 49enne giudice di Denver, background accademico di eccellenza, considerato un ‘originalista’, ovvero che crede nella interpretazione letterale della Costituzione fedele alle intenzioni dei Padri Fondatori.

In aula al Senato era presente anche il vicepresidente Mike Pence, come a voler essere testimone del momento storico e del primo punto – di fatto – che l’amministrazione Trump mette a segno nel delicato rapporto tra le due estremità di Pennsylvania Avenue, Capitol Hill e la Casa Bianca.

La cocente sconfitta con il fallimento della proposta di legge sulla Sanità aveva infatti segnato un pericoloso precedente sottolineando divisioni e contrasti preoccupanti per il dialogo politico tra il Congresso e l’amministrazione.

Intanto, secondo fonti citate dal Wall Street Journal, Trump sta valutando una riorganizzazione dello staff della Casa Bianca, con il capo dello staff Reince Priebus e lo stratega Steve Bannon che potrebbe essere riassegnati a diversi incarichi. La decisione potrebbe arrivare a breve, con il presidente intenzionato a ridurre ai minimi le lotte interne per concentrarsi su altre priorità, quali la Siria.

Trump avrebbe chiesto potenziali nomi per sostituire Priebus e fra i suggerimenti ci sarebbe Gary Cohn, numero uno del Consiglio Nazionale Economico della Casa Bianca ed ex presidente di Goldman Sachs. In bilico anche Bannon -già rimosso dal Consiglio per la Sicurezza Nazionale- che potrebbe essere “riassegnato o rimosso” causa gli scontri con Jared Kushner, il fidato genero di Trump.

(di Anna Lisa Rapanà/ANSA)

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