Renzi riparte dal “provincellum”, già finito l’asse Pd-M5s

ANSA/ANGELO CARCONI
ANSA/ANGELO CARCONI

ROMA. – “Non è tattica” quella di Matteo Renzi che lunedì sera ha detto di essere disposto a rinunciare ai capilista bloccati nella legge elettorale: su questo insistono i parlamentari vicini a Renzi, che indicano nel cosiddetto “provincellum” – un sistema proporzionale con collegi – il modello su cui puntare, come si era intuito domenica alla Convenzione nazionale Dem. Un modello che potrebbe piacere anche a Forza Italia. Perché un po’ tutti i Democratici, di rito renziano, orlandiano o emilianiano, ritengono che con M5s sarà difficile fare asse.

Il presidente del Senato, Pietro Grasso, ha rilanciato l’auspicio “che al più presto si possa arrivare a una condivisa legge elettorale per prepararci alla nuova legislatura”. La fiducia di Grasso è stata esplicitata dopo una serie di commenti positivi all’apertura di Renzi sui capilista bloccati venuti da esponenti della maggioranza, come Maurizio Lupi (Ap), Pino Pisicchio (capogruppo del Misto), Alfredo D’Attorre (Mdp).

Anche il competitor di Renzi alle primarie, Andrea Orlando, ha apprezzato l’apertura e, d’altra parte, uno dei suoi sostenitori, Gianni Cuperlo, ha presentato una Pdl che rilancia il “provincellum”. Questo ricalca il sistema elettorale delle Province, ma anche il sistema in vigore dal 1948 al 1992 per il Senato: collegi uninominali ma non maggioritari, bensì riparto proporzionale dei seggi.

I sostenitori di Michele Emiliano, come Dario Ginefra, hanno invece rilanciato la proposta di Simone Valiante, che è come l’Italicum ma senza capilista bloccati e con le preferenze. Sistema che ha il difetto di non avere i voti sufficienti, nemmeno in caso di intesa con i M5s, i quali anch’essi vogliono le preferenze.

Ma sull’ asse con il Movimento di Grillo in casa Dem non crede nessuno. “M5s sono i primi a volere i capilista bloccati – afferma Alessia Morani, vicecapogruppo Pd alla Camera – perché così Grillo potrebbe scegliere tutti i deputati: la vicenda di Cassimatis a Genova è eloquente”.

All’apertura di Renzi, Luigi Di Maio ha risposto picche affermando che l’ex premier “non è credibile”, mentre Danilo Toninelli ha invitato il Pd a votare il “Legalicum”, il sistema proposto da loro. Questo però non avrebbe i numeri in Senato, anche in caso di convergenza tra Pd e M5s, che hanno rispettivamente 99 e 35 senatori, per una somma lontana dai 161 necessari.

Il sistema del “provincellum” è anche alla base della pdl di Fi, a prima firma di Renato Brunetta. Questi, dopo una prima risposta polemica nei riguardi di Renzi, ha invitato il Pd “a far chiarezza al proprio interno” e di passare dalle parole ai fatti. Sollecitazione giunta anche da Giorgia Meloni e Raffaele Fitto. La verifica potrebbe avvenire già in Commissione Affari costituzionali alla Camera: il presidente e relatore, Andrea Mazziotti, ha invitato i gruppi a esprimersi in quella seduta anche su altre proposte, oltre che sul Mattarellum, finora sostenuto dal Pd. Questo ha una stretta maggioranza in commissione (26 su 50) ma vacillerebbe in Aula e rischierebbe il naufragio in Senato.

(di Giovanni Innamorati/ANSA)

Lascia un commento