Giochi d’azzardo: nel 2016 gli italiani hanno speso 19 miliardi di euro

ROMA. – Nel 2016 gli italiani si sono giocati quasi 96 miliardi di euro (nel 2015 erano stati 88,2 mld) tra scommesse, lotterie, giochi istantanei, slot, bingo, lotto e quant’altro presenta l’offerta pubblica e ufficiale dello Stato tra on line (21,2 mld) o rete fisica (74,7 mld). La “spesa complessiva”, ovvero quanto si è “perso” globalmente al netto delle vincite è stata di 19 miliardi (pari al 20% della raccolta totale), con un gettito erariale di circa 10,5 mld, che corrisponde al 54% della “spesa” ed è in aumento di circa il 24% sul 2015.

Inoltre, 8,9 mld è il “volume d’affari”, ovvero il ricavato per la filiera delle aziende al netto delle imposte. Infine, nelle tasche dei fortunati che hanno vinto sono tornati circa 76,9 mld (erano 71,1 mld nel 2014), secondo i dati ufficiali forniti dal Libro Blu sui giochi, all’interno del testo “Organizzazione, attività e statistica dell’Agenzia delle Dogane – Anno 2016”.

Non manca l’attività di contrasto al gioco illegale e alle irregolarità: nel corso dell’anno i Monopoli hanno effettuato anche il controllo di oltre 33 mila esercizi con l’accertamento di 223 violazioni penali e con 549 misure cautelari. Sono stati, inoltre, inibiti 679 siti internet che operavano in violazione della vigente normativa in materia di gioco.

Lombardia (14,5 mld), Lazio (7,9 mld) e Campania (7,3 mld) si confermano le regioni dove si gioca di più, mentre gli apparecchi da gioco, tra slot e nuove vlt la fanno da padrone tra i giochi, realizzando da soli quasi 50 miliardi di raccolta.

Analizzando l’andamento delle giocate, emerge che rispetto all’anno 2015 la spesa dei giocatori ha subito un aumento di circa 2 miliardi di euro, in gran parte (1,4 mld circa) spiegato dall’aumento della tassazione sulle slot, introdotta dalla legge di stabilità per il 2016, anche se, nel confronto, occorre considerare che è stata abrogata la norma cosiddetta dei “500 milioni” che ha portato introiti nel 2015 per 333 milioni.

Per quanto attiene al “gettito” fiscale complessivo registrato nel 2016, all’importo di 10,5 miliardi andato all’Erario devono essere aggiunti i canoni concessori (che affluiscono direttamente al Bilancio dello Stato), pari a circa 200 mila euro e il versamento di due delle tre rate dovute dall’aggiudicatario della gara per il servizio del Lotto automatizzato a titolo di “una tantum”, pari a 600 mila euro (l’ultima rata, di 170 mila, sarà versata entro il 30 aprile 2017), per un totale complessivo di 11,3 miliardi.

Il gettito ordinario (esclusi le “Una Tantum” e i canoni concessori) si è incrementato di circa il 20%, corrispondente in termini assoluti è circa 2 mld. Tale incremento è costituito da 1,23 mld dalle AWP (apparecchi da divertimento che possono essere installati anche in Bar e Tabacchi); da 0,16 mld dalle VLT (apparecchi da divertimento che possono essere installati solo in sale specialistiche, dove è precluso l’accesso ai minori); da 0,63 mld dal gioco del Lotto (Lotto e 10&Lotto).

Il gettito derivante dagli altri giochi è rimasto sostanzialmente invariato. Il numero dei controlli effettuati nel 2016 risulta essere superiore al 2015. L’incremento ha “interessato principalmente le attività di tutela delle fasce deboli con particolare riferimento agli apparecchi da divertimento ed intrattenimento (+8,6% sul 2015). Per le sanzioni amministrative, i dati 2016 si sono attestati su un valore notevolmente superiore (+35%) al 2015.

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