Vaccini, appello per prepararsi a nuove epidemie emergenti

ROMA. – Dalla Sars a Zika, fino a Ebola e ai virus dell’influenza che potrebbero scatenare nuove pandemie: la comparsa di nuove minacce internazionali per la salute ha ormai accelerato il passo, ogni anno emerge una nuova epidemia e la nuova sfida è imparare a reagire tempestivamente. “Serve un approccio proattivo”, ha detto ANSA il pioniere della ricerca sui vaccini, Rino Rappuoli, chief scientist della GSK Vaccini e principale autore dell’articolo pubblicato sulla rivista dell’Accademia Nazionale delle Scienze degli Stati Uniti, Pnas, con David Bloom dell’università di Harvard e con Steven Black, del Centro per la salute globale dell’ospedale di Cincinnati.

“Negli ultimi tempi abbiamo assistito alla comparsa di infezioni come la Sars e la pandemia di influenza, poi Ebola e Zika: ogni anno c’è nuova emergenza e il trend è destinato a proseguire. La prima domanda da porsi – ha osservato Rappuoli – è perchè succeda questo”.

Una prima risposta è nella crescita della popolazione mondiale: “nemmeno un secolo fa era inferiore a due miliardi e si prevede che nel 2022 possa raggiungere otto miliardi di abitanti: la conseguenza di questa impennata della popolazione – ha rilevato Rappuoli – è che persona è un potenziale incubatore di nuovi microrganismi, che evolvono più velocemente”.

Un altro fattore di accelerazione delle epidemie sono i viaggi intercontinentali, insieme all’urbanizzazione: “ormai il mondo si concentra nelle metropoli, soprattutto in Asia e in Africa, e questo cambia completamente il modo in cui i microrganismi circolano e vengono controllati”, ha osservato Rappuoli. Non è un caso, ha aggiunto, che passando dai villaggi alle grandi città il virus Ebola abbia avuto un’evoluzione inaspettata.

La quarta ragione è il clima, con riscaldamento globale che porta i vettori di molte malattie sempre più vicine a Europa e Nord America. Per tutte queste ragioni “le epidemie saranno più frequenti, quindi dobbiamo essere pronti. Finora – ha rilevato Rappuoli – non lo siamo stati”.

La risposta dei governi, ha proseguito, consiste soprattutto nello stanziare fondi per preparare i vaccini, ma “in nessuna occasione siamo stati in grado di avere contromisure prima della fine del picco di un’epidemia”. Finita un’epidemia, si dimentica e “non impariamo nulla per prevenire la prossima”.

Ci vuole innanzitutto un atteggiamento proattivo. Una soluzione è realizzare piattaforme per i vaccini, basate sul geni sintetici, ossia geni progettati al computer. Questo permetterebbe di accelerare moltissimo i tempi necessari per ottenere un vaccino perchè, ha spiegato Rappuoli, “la piattaforma è pronta, basta introdurre gene adatto a contrastare la malattia”.

E’ anche possibile avere a disposizione 20 o 30 di queste piattaforma, contro altrettante malattie emergenti: “abbiamo la soluzione tecnica, il problema è chi investe in questo campo”. Per questo, secondo Rappuoli, serve “un’iniziativa internazionale”, una “governance globale che metta in rete tutti i ricercatori impegnati in questo campo”.

(di Enrica Battifoglia/ANSA)

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