Outlet, sciopero flop. Di Maio: “Rispettare la domenica”

ALESSANDRIA. – Lo sciopero non ha fermato lo shopping di Pasqua all’Outlet di Serravalle Scrivia, in provincia di Alessandria. Il bilancio della mobilitazione dei lavoratori, che protestavano per l’apertura durante le feste e per l’esiguità delle paghe, è a due facce: la direzione-proprietà non si lamenta, i sindacati rifiutano di parlare di flop, anche se alla fine a Pasqua erano chiusi solo 4 negozi su 250.

Intanto il grillino Luigi Di Maio cavalca la protesta: “Le liberalizzazioni sfrenate hanno fallito, dovevano essere il volano dell’economia, ci stanno rendendo addirittura più poveri. Non è solo una questione economica. Ma di serenità familiare e di felicità personale”

Il più grande outlet d’Europa ha continuato a calamitare clienti, dall’Italia e dall’estero. I numeri di sabato 15 aprile, il giorno dei cortei e dei blocchi delle due rotonde d’accesso, indicano 15 mila presenze con una sola attività chiusa e altre che hanno aperto qualche ora dopo per la difficoltà dei dipendenti di accedere al Centro.

Ieri, Pasqua, secondo giorno di sciopero, dopo le 12 si è saliti a 17.500 con 4 attività ferme. Il flusso è stato costante anche oggi e l’effetto sperato dai manifestanti, secondo la direzione, non c’è stato. “Ma sabato scorso – ribattono alla Uil – commessi e commesse ci hanno detto che un outlet così vuoto, sia pure per poche ore, non si era mai visto”.

“Abbiamo fatto – affermano alla Filcams – qualcosa di unico e grandioso dimostrando determinazione e concretezza. Insistiamo per avere un tavolo per una trattativa di merito sul miglioramento delle condizioni dei lavoratori e la loro gestione. Dalla politica chiediamo e ci aspettiamo che siano riviste le decisioni del governo Monti sul calendario delle aperture”.

Contro i supermercati aperti nei giorni di Pasqua ha parlato a Torino l’arcivescovo Cesare Nosiglia, affermando che la capitale sabauda, in questo settore, ha messo a segno un “triste primato”. “In tanti – ha detto – sono costretti a lavorare non avendo così l’opportunità di vivere in famiglia una festa che accomuna tutti, credenti e laici”.

“La sete di denaro e di profitto – ha aggiunto Nosiglia – è ormai diventata l’idolo più assoluto e indiscusso a cui si sacrifica ogni altro valore. Ma questo non fa che aggravare il declino di una società verso una deriva etica e umana sempre più devastante per il nostro futuro”.

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