Trump verso i 100 giorni, il meno amato della storia

NEW YORK. – Il traguardo dei cento giorni è alle porte, manca solo una settimana. E finora Donald Trump non sembra essere riuscito a convincere l’opinione pubblica, come testimoniano i sondaggi che lo indicano come il presidente meno popolare della storia moderna. Almeno dai tempi di Eisenhower.

Intanto nella West Wing della Casa Bianca l’aria è spesso irrespirabile, resa torbida dalla guerra in corso tra le varie anime dell’inner circle del tycoon. Che così segue sempre di più i consigli di figure e personalità che non gravitano nello Studio Ovale, ma di cui il presidente ha grande considerazione.

Il New York Times racconta come non passi settimana che Trump non parli al telefono con Rupert Murdoch, il mogul dell’informazione. Ma anche con Carl Ichan, investitore principe di Wall Street. Sono loro, insieme ai figli Donald Jr ed Eric e ad alcuni amici di sempre del mondo dei media e del real estate, la ‘cerchia allargata’ con cui il presidente si confronta sempre più regolarmente, per capire quale strada intraprendere. Vista la litigiosità nel suo staff tra i ‘falchi’ alla Steve Bannon e i consiglieri più prudenti e realisti come la figlia Ivanka e il genero Jared Kushner.

A parte le incalzanti questioni di politica internazionale (dalla Siria alla Corea del Nord), sono due i dossier che a pochi giorni del traguardo dei ‘cento’ agitano il presidente: la promessa rivoluzione fiscale (“con un taglio delle tasse mai visto per famiglie e imprese”) della quale mercoledì vorrebbe illustrare almeno i principi guida; il famigerato muro ai confini col Messico, che vorrebbe fosse finanziato nella legge allo studio in Congresso per evitare la paralisi del governo federale. Ma su entrambe i temi sia l’amministrazione sia i repubblicani a Capitol Hill sono divisi, e il presidente vive ancora una volta quella sensazione frustrante di impotenza che contrasta col suo piglio decisionista.

Così Trump paga dazio nei sondaggi. Resta dalla sua parte lo zoccolo duro dell’elettorato che lo ha portato alla Casa Bianca. Ma – secondo le ultime rilevazioni di Washington Post e Wall Street Journal – nei primi cento giorni di mandato risulta essere il presidente meno amato della storia americana dai tempi di Dwight Eisenhower, con un rating del 42%.

Gli americani in particolare sono sempre più insoddisfatti e scettici sulla sue reali capacità nell’affrontare i problemi di Washington. E il maggior rischio per il tycoon è quello di perdere il consenso di gran parte di quella fetta della classe media che l’ha votato.

(di Ugo Caltagirone/ANSA)

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