Guardie svizzere, l’addestramento si adegua ai tempi

CITTA’ DEL VATICANO. – Formazione potenziata per le nuove guardie svizzere. Al giuramento delle nuove reclute del 6 maggio prenderanno parte infatti, per la prima volta, giovani che hanno seguito uno specifico corso di addestramento in Svizzera, presso il centro di formazione di polizia del Canton Ticino.

Meno folclore dunque per le guardie più colorate e fotografate del mondo, e sempre maggiore preparazione per far fronte a questi non facili nuovi tempi in cui la sicurezza è tra le priorità anche per lo Stato più piccolo del mondo. Una protezione, quella delle guardie del Papa, sempre discreta, nello stile voluto dal pontefice argentino, ma con strumenti che si aggiornano.

“Dopo gli attentati di Parigi e Bruxelles c’è bisogno di guardie con una formazione professionistica”, aveva detto qualche tempo fa, parlando con i media svizzeri, il comandante della Guardia pontificia Christoph Graf. Due attentati terroristici, quelli citati da Graf, che non sono poi rimasti casi isolati. Le reclute, in questa scuola di formazione, apprendono oltre alle consuete tecniche per la sicurezza anche quelle di pronto soccorso e di anti-incendio.

Si avvicina dunque la data del giuramento per 40 giovani che alzando la mano e mostrando tre dita, simbolo della Trinità, assicureranno la loro fedeltà, fino a dare la vita, al Papa. Cerimonia suggestiva che si ripeterà il 6 maggio prossimo, nel giorno in cui si ricorda la morte dei 147 soldati elvetici caduti in difesa del Papa nel Sacco di Roma (1527).

Quattro delle quaranta reclute giureranno in lingua italiana. Cantone ospite quest’anno sarà quello di Obvaldo; in questo modo la Guardia Svizzera Pontificia rimarca il suo legame con la sua terra di provenienza. Inoltre quest’anno si festeggeranno i 600 anni della nascita di San Nicolao della Flue, uno dei santi patroni delle Guardie, originario appunto di Obvaldo.

La Guardia Svizzera, oltre a lavorare per la sicurezza del Papa, è un po’ uno dei biglietti da visita del Vaticano. Con le loro divise multicolore sono tra i simboli della vita all’interno della mura leonine e sono spesso il primo interfaccia per i pellegrini. Ma la formazione potenziata vuole confermare la scelta della professionalità in anni in cui l’allerta sicurezza è sempre ad altissimi livelli.

(di Manuela Tulli/ANSA)

Lascia un commento