Legge elettorale di nuovo sospesa. Gentiloni: “Farla”

Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni al Senato .. ANSA/ALESSANDRO DI MEO
Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni durante le comunicazioni al Senato in vista del Consiglio europeo del 9 e 10 marzo, Roma, 8 marzo 2017. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

ROMA. – Legge elettorale di nuovo in stand-by e arriva lo sprone di Paolo Gentiloni al suo partito per completare l’opera con una nuova legge che dia stabilità di governo. Dopo lo stop di Matteo Renzi al provincellum, i riflettori sono puntati sulle primarie del Pd. Solo una volta incassato il risultato dei Gazebo, infatti, i Democratici potrebbero uscire allo scoperto con una nuova proposta che, se come molti si attendono, dovesse essere targata Matteo Renzi potrebbe portare con sé una correzione in senso maggioritario e la cancellazione dei capilista bloccati.

Anche se in realtà, è la convinzione ad esempio di Vannino Chiti, esponente Pd vicino ad Orlando, l’ex premier punta ad estendere al Senato, “d’intesa con Alfano e Lupi, l’Italicum rivisto dalla Consulta”. Vale a dire, afferma sempre Chiti, “capilista bloccati ovunque. È una provocazione ai cittadini e metterebbe a rischio la tenuta del partito”.

“Cercherò di proseguire l’ambizione riformista nei prossimi mesi completando il percorso di riforme e portandone avanti di nuove. Mi rivolgo al mio partito – interviene il presidente del Consiglio – affinchè anche le regole elettorali possano corrispondere a questa aspirazione, dare certezza e capacità di governo al Paese. E’ difficile ma solo noi possiamo dare un contributo determinante in questa direzione, che è strategico. Fondamentale per dare alla prospettiva politica del Pd l’abbrivio e la forza che merita”.

“Aspettiamo e vediamo”, dice comunque il presidente della commissione Affari costituzionali e relatore Andrea Mazziotti, che si è impegnato a presentare un ‘testo base’, vale a dire una proposta di mediazione da cui far ripartire il dibattito, entro il prossimo mercoledì. “Io comunque mi sono premunito – prosegue Mazziotti – e ho lavorato su diversi testi”. E poi le critiche di Renzi non è detto che obblighino, spiega sempre il relatore, ad una totale retromarcia rispetto al provincellum.

Qualora dal Pd arrivasse invece una proposta che stravolgesse l’impianto sul quale si è trovata un’intesa trasversale in commissione negli ultimi giorni tutto cambierebbe: a quel punto, bisognerebbe cercare nuovi compromessi e anche il calendario potrebbe subire ulteriori rallentamenti facendo slittare l’approdo in Aula previsto per fine maggio alla Camera.

Caustico il M5S, che pure si dice sempre disponibile “a un’interlocuzione” parlamentare: “Renzi passa il tempo – dice il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio – a contraddirsi. Facciamo le cose sul serio, facciamo questa legge e andiamo a votare”.

(di Chiara Scalise/ANSA)