Inflazione ai massimi da 4 anni, spinta bollette e viaggi

Un mercato rionale in un'immagine d'archivio.
Un mercato rionale in un'immagine d'archivio. ANSA / STRINGER
Un mercato rionale in un’immagine d’archivio. ANSA / STRINGER

ROMA. – Temperature elevate sul fronte prezzi, soprattutto se si pensa alle gelate di qualche tempo fa. L’Istat segna un balzo per l’inflazione ad aprile, passata dall’1,4% del mese scorso all’1,8%. Un tasso che non si vedeva da più di quattro anni. L’impennata si spiega con l’aggiornamento al rialzo delle tariffe sulla luce e, soprattutto, con i lunghi ponti. E con le feste arrivano anche i rincari per chi viaggia, specialmente in aereo (+36,9%). Ma l’indice è in netta accelerazione in tutta l’eurozona (1,9%), tanto che dopo i dati la moneta unica si è rafforzata.

Tuttavia analizzando i singoli Paesi il tasso varia, come già l’altro giorno non ha mancato di sottolineare il presidente della Bce, Mario Draghi. Si va dal 2,6% della Spagna all’1,2% della Francia, passando per il 2% della Germania.

Tornando all’Italia, per un’inflazione che sale più delle attese c’è invece un Pil, che, almeno nelle previsioni, non riserva sorprese al rialzo. Per l’Ufficio parlamentare di bilancio, il secondo trimestre chiuderà con +0,3% in leggero miglioramento rispetto al +0,2% precedente. La ripresa, evidenzia l’Upb, dovrebbe “proseguire sugli stessi ritmi contenuti”.

L’Autorità poi mette in guardia sul “progressivo venir meno degli effetti della decontribuzione” per le assunzioni. Una “minor convenienza” che si riflette sui flussi occupazionali. Se il giudizio sulla dinamica del Prodotto interno lordo lascia pochi margini di dubbio, diverso è per i prezzi.

Alla domanda se la crescita dell’inflazione possa produrre effetti positivi o meno, non sembra esserci una risposta precisa. I consumatori vedono il bicchiere mezzo vuoto, affrettandosi a fare i calcoli sull’aggravio della spesa. L’Unc stima un costo di “684 euro annui” per una coppia con due figli. Il Codacons parla “di 540 euro a famiglia, di cui 116 euro solo per gli alimentari”.

Della stessa portata la “stangata” rilevata da Federconsumatori e Adusbef. Dal lato opposto, la Confcommercio invita a non cedere a “un’eccessiva preoccupazione” vista la “stagionalità” dei rialzi. E così anche Federdistribuzione: la situazione è sotto controllo. Se è vero che in pochi mesi si è passati dallo spauracchio della deflazione a quello di prezzi surriscaldati non bisogna però dimenticare che l’inflazione di fondo, al netto dei fattori più ballerini, come energia e cibo, sia all’1%.

Anche il carrello della spesa non è più appesantito da rincari ulteriori (è all’1,8% come l’indice generale). Su un punto però imprese e consumatori sembrano essere d’accordo, visto che pure Confcommercio ammette: “l’aumento dei prezzi, che rischia di erodere la già bassa crescita del reddito disponibile”. Occhi puntati quindi su maggio, quando però secondo l’economista di Intesa Sanpaolo, Paolo Mameli, “l’inflazione è destinata a tornare a calare”, per cui “non c’è fretta di rimuovere lo stimolo monetario per la Bce”.

(di Marianna Berti/ANSA)

Lascia un commento