Italia, preoccupa la crisi istituzionale del Venezuela

Il presidente della Repubblica, Nicolás Maduro, ha convocato a una Assemblea Constituente Comunale

ROMA – Il mondo politico internazionale ha reagito alla notizia della decisione del presidente della Repubblica, Nicolás Maduro, di convocare ad una “Assemblea Costituente Comunale”, con diffidenza e il timore che sia l’espressione una deriva autoritaria innarrestabile. In Italia, la condanna alla decisione del presidente Maduro è stata pressochè unanime.
“Le modalità di convocazione di una Costituente, annunciata dal Presidente Maduro – ha scritto sul suo profilo Facebook il Presidente della Commissione Affari esteri del Senato, Pier Ferdinando Casini – , prefigurano un ulteriore passo verso la soppressione della democrazia e il consolidamento di una dittatura in piena regola. Esprimiamo ancora una volta la nostra solidarietà al Parlamento venezuelano che lotta in condizioni difficili per la libertà del Paese.
Dal canto suo, Fabrizio Cicchito, deputato di Ap, ha commentato:
– E’ evidente che in Venezuela Maduro sta mettendo in atto un colpo di stato. L’Italia è stata sempre contro tutti i colpi di stato dell’America Latina, in primo luogo contro quello di destra di Pinochet. Questo è un colpo di stato ispirato dall’estremismo di sinistra e il nostro giudizio deve essere altrettanto netto.
Assai severo nel suo giudizio anche l’ex premier e segretario del Partito Democratico, Matteo Renzi che giá in precedenza, nel commentare la foto diventata “virale” della signora che si opponeva ad un mezzo blindato della Guardia Nazionale in una nuvola di gas lacrimogeno, aveva condannato la violenza con la quale si reprime la protesta in Venezuela.
“Sono molto colpito da quello che accade in Venezuela, l’ho già scritto e lo ribadisco – ha criticato Matteo Renzi nella sua newsletter Enews -. Un Paese meraviglioso che meriterebbe ben altro destino. La responsabilità deriva dalle scelte assurde del regime che qualche aspirante statista italiano definiva un modello e un punto di riferimento. Ne parlano in pochi e mi fa male. Dobbiamo invitare tutti insieme la comunità internazionale a far sentire la propria voce in Venezuela”.
Intanto, la maggior parte dei venezuelani residenti in Italia fanno quadrato attorno al Tavolo dell’Unitá Democratica e condannano la violenza con cui Polizia e Guardia Nazionale reprimono le proteste.
Yosmaira Barreto, attivista venezuelana, che da anni vive in Italia, non usa mezzi termini nel descrivere il conflitto politico che da “anni” insanguina il Paese e che nelle ultime settimane sta precipitando con le forze governative che portano avanti una “guerra contro i civili disarmati”.
– Loro hanno le armi – ha raccontato all’Ansa – quelli scesi in piazza hanno i sassi, sono studenti, ragazzi, il nostro futuro. La repressione deve finire.
Barreto sostiene poi che “il filo del dialogo con le istituzioni si è rotto, anche dopo l’annuncio di Maduro sulla convocazione della costituente”.
Giunta in Italia nel 1998 a soli 28 anni Barreto, si definisce una “rappresentante della comunità venezuelana in Italia, che conta circa due milioni di italo-venezuelani”, ma soprattutto una “attivista dei diritti umani”, che non appartiene a “nessun partito politico”. Da anni lotta per i diritti dei suoi connazionali, partecipando attivamente al lavoro di alcune ong impegnate ad “inviare medicine, soldi ai parenti dei prigionieri politici e alle famiglie dei desaparecidos”, ma anche “garantendo loro assistenza legale”.
Ed oltre alla rete che unisce i venezuelani in Italia, c’è anche quella dei venezuelani in Spagna o negli Stati Uniti, “uniti per aiutare i nostri compatrioti”. Ma tutto questo lavoro non basta. Serve una “mobilitazione internazionale, l’apertura di canali umanitari, mancano le medicine e soprattutto che la comunità internazionale si pronunci e che l’Ue intervenga anche sul narcotraffico”.

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