Licenza di sparare in casa: cosa prevedeva l’emendamento

ROMA. – Due emendamenti del relatore, un’intesa che sembrava a portata di mano e poi, di nuovo, altre polemiche. Le stesse che vedono il provvedimento sulla legittima difesa “inchiodato” in Parlamento ormai da due anni. Ecco cosa prevedevano i due emendamenti – sui quali comunque l’Aula della Camera si esprimerà – e su cui è naufragato l’accordo di massima tra Pd e Ap da una parte, Fi, Fdi e Lega dall’altra.

Uno degli emendamenti allarga il concetto di legittima difesa anche alla “reazione ad un’aggressione commessa in tempo di notte ovvero la reazione a seguito dell’introduzione nei luoghi con violenza alle persone o alle cose ovvero con minaccia o con inganno”. Un modo articolato per far ricadere la possibilità di difendersi durante le rapine notturne.

L’altro emendamento della commissione precisa l’esclusione della colpa di chi reagisce “in situazioni comportanti un pericolo attuale per la vita, per l’integrità fisica, per la libertà personale o sessuale”.

Durante la riunione del Comitato dei nove in commissione Giustizia di Montecitorio, è però sfumata la possibilità di un lodo maggioranza-centrodestra che puntava all’introduzione per sempre della presunzione di proporzionalità tra aggressione e difesa.

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