Svolta Tillerson: “Prima sicurezza poi diritti umani”

Via la colomba Rex Tillerson, al vertice della segreteria di Stato arriva il falco Mike Pompeo

WASHINGTON. – “Prima la sicurezza, poi i diritti umani”: il segretario di stato Usa, Rex Tillerson, certifica la svolta dell’amministrazione Trump e traduce in priorità diplomatiche il mantra presidenziale ‘America first’, parlando per la prima volta ai suoi dipendenti, preoccupati per l’annunciato taglio di 2.300 posti (3% dei 75 mila impiegati) e una riorganizzazione ancora da definire.

“Il nostro compito non è dettare agli altri come vivere, ma costruire una coalizione di amici e partner che condivida l’obiettivo di combattere il terrorismo e portare sicurezza, opportunità e stabilità in Medio Oriente”, gli ha fatto eco lo stesso presidente, annunciando i suoi primi viaggi all’estero a fine mese: oltre al Vaticano, Arabia Saudita e Israele, dopo aver rilanciato la prospettiva di un accordo di pace con i palestinesi ricevendo alla Casa Bianca Abu Mazen.

Nella nuova roadmap tracciata dall’ex numero uno di Exxon Mobile c’è anche il “riequilibrio” dei rapporti con i vecchi alleati e i Paesi emergenti, in una visione più in linea con la fine della guerra fredda. Trump ha già suscitato critiche e polemiche per le sue ‘relazioni pericolose’ con vari leader autoritari e controversi, da Vladimir Putin a Recep Tayyip Erdogan, da Al Sisi a Rodrigo Duterte, suggerendo un approccio che ignora la questione dei diritti umani. Campo in cui gli Stati Uniti si sono sempre distinti come un faro, nonostante molti ‘incidenti di percorso’.

Ora Tillerson ufficializza la nuova linea con una spiegazione ufficiale. Il segretario di stato ha distinto tra “valori” che durano e “politiche” che possono e devono cambiare e non saranno più condizionate dai diritti umani perché a prevalere saranno gli interessi americani.

“In alcune circostanze, se subordiniamo i nostri sforzi per la sicurezza nazionale a qualcuno che adotta i nostri valori, probabilmente non raggiungeremo i nostri obiettivi di sicurezza nazionale”, ha sostenuto. Questo non significa, ha rassicurato, che gli Stati Uniti abbandoneranno i loro valori chiave ma che non li useranno come leva nei rapporti con gli altri Paesi.

Gli Usa si propongono anche di “raddrizzare gli squilibri” di alleanze vecchie e nuove: “Abbiamo promosso relazioni, attività economiche con un sacco di economie emergenti e abbiamo perso la traccia di quello che stavamo facendo”. Infine le priorità. Con la Russia “non c’è quasi alcuna fiducia” ma Trump sta tentando di ricostruirla, esaminando una cosa alla volta: la prima è la Siria, per vedere se si può raggiungere una tregua duratura. Nuove relazioni anche con la Cina: apprezzati i suoi sforzi nella crisi della Corea del nord ma gli Usa stanno preparando nuove sanzioni contro Pyongyang e misure contro i Paesi che non attuano pienamente le risoluzioni Onu. Con Canada e Messico, infine, i rapporti “non sono così burrascosi come sembra qualche volta”.

(di Claudio Salvalaggio/ANSA)

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