Luci e ombre per Di Maio in Usa. E M5S cerca i ministri

Nella foto Luigi Di Maio
Nella foto Luigi Di Maio

ROMA. – Un bombardamento di domande, qualche attacco e un passo avanti nell’internazionalizzazione del M5S: c’è un po’ tutto questo nella valigia con cui Luigi Di Maio torna dalla sua missione americana. Una trasferta non facile, che lo ha visto bersaglio di domande a raffica in un ateneo prestigioso come quello di Harvard ma nel corso della quale il frontman Cinque Stelle conferma un trend emerso già con la convention di Ivrea: il tentativo di arruolare la classe dirigente italiana puntando ad inserire qualche tecnico anche nella squadra di governo.

E’ insomma alle élite che, con il suo viaggio a Boston, Di Maio ha provato a spiegare il M5S. Tanto che incontrando alcuni italiani che avevano seguito il suo intervento, Di Maio ha sottolineato di voler capire come il M5S potrebbe incassare i voti di chi era in platea. Allargare il raggio elettorale del M5S senza perdere la base “pura e dura” è insomma la “mission” che il M5S si porrà da qui ai prossimi mesi. Approfondendo, allo stesso tempo, il legame con esperti di ogni settore.

“L’appello che facciamo è che le migliori energie del Paese che vogliano mettersi a disposizione di questo progetto si manifestino. Non abbiamo nessuna preclusione, vogliamo una squadra di governo all’altezza”, ha spiegato Di Maio da Boston. Non sarà una missione semplice anche perché lo speech del vice presidente della Camera è stato accolto, ad Harvard, con un misto di curiosità e scetticismo. E con l’ironico “benvenuto” del sito BuzzFedd che, elencando le i 5 “epic-fail” (o bufale che dir si voglia) del M5S, dalla gaffe sui microchip a quella sull’esistenza delle sirene, quasi sospirava con un “God bless Italy”.

Non tutti, ad Harvard, hanno tuttavia attaccato il M5S. E il blog di Beppe Grillo ospita l’intervento di un professore dell’ateneo di Cambridge, Francesco Erspamer, che attacca “la stampa liberista stampella di Renzi” in un post dal titolo: “I ricercatori contro Di Maio? E’ una fake news”. Nel post si punta il dito contro la stampa, “rea” di non aver riportato le domande degli americani ma solo quelle “ostili” giunte dagli italiani presenti.

A Boston l’esponente del M5S si è soffermato a lungo sulle politiche del Movimento ribadendo la visione “tranchant” dei grillini sui migranti: “Non è accettabile la speculazione sull’accoglienza, che deve essere gestita dallo Stato, non certo da soggetti privati”.

Nel frattempo, il M5S si appresta a tornare in piazza con una serie di manifestazioni a sostegno dei candidati alle Comunali e, soprattutto, con la seconda marcia per il reddito di cittadinanza. Sarà, ancora una volta, la Perugia-Assisi (19 chilometri, 7 in meno rispetto al 2015) e sarà ancora una volta Beppe Grillo a guidarla.

“Il reddito di cittadinanza è un obbligo, non un favore. Nessuno deve rimanere indietro”, è il titolo della ‘marcia’ alla quale non è ancora confermata la partecipazione di Davide Casaleggio. Possibile, però, che il figlio di Gianroberto segua le orme del padre che nel 2015 partecipò aizzando quella ‘piazza’ che il M5S non può, comunque, permettersi di perdere.

(di Michele Esposito/ANSA)

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