Legittima difesa: legge senza numeri al Senato se “fotocopia” della Camera

L'aula del Senato a Palazzo Madama. REUTERS/Alessandro Bianchi

L’aula del Senato a Palazzo Madama. REUTERS/Alessandro Bianchi<br /

ROMA. – La legittima difesa alla prova dei numeri del Senato non reggerebbe o reggerebbe a fatica. A meno di stravolgimenti delle posizioni da parte dei gruppi parlamentari il disegno di legge approvato alla Camera tra le polemiche corre sul filo dei voti. Vero è che in seguito allo stop del neo segretario del Pd Matteo Renzi, arrivato dopo il voto di Montecitorio, risulta difficile immaginare che il testo possa rimanere identico, ma se così fosse i partiti di governo dovrebbero faticare parecchio per trovare la quadra.

Al netto del voto degli ex M5S, che non è chiaro come potrebbero orientarsi, i No supererebbero i Si con uno scarto di una decina di voti: la partita potrebbe finire 146 a 136. A fare dunque la differenza potrebbero essere i senatori di Mdp, che però hanno già fatto sapere di essere pronti, dopo il No alla Camera, a votare contro il provvedimento anche a Palazzo Madama. E nel caso che restassero fermi sulle loro posizioni, diventerebbero determinanti i verdiniani che per ora fanno sapere di non gradire il ddl "da un punto di vista tecnico".

E così si ritroverebbero unite forze che bocciano uno stesso testo per ragioni opposte: FI e Lega perché lo considerano troppo soft e Sinistra italiana e gli ex Pd perché si oppongono a una "giustizia fai da te". Il fronte dei contrari potrebbe comunque contare su 43 senatori di FI, 12 della Lega, 16 di Ala, una decina di Gal (non fanno tutti parte dell' opposizione), 7 fittiani, 35 del M5S, 15 di Mdp, 8 di Sinistra Italiana. Per un totale di 146. Ai quali potrebbe aggiungersi una manciata di altri senatori provenienti dal Misto la cui posizione sul provvedimento non è ancora chiarissima.

A favore, invece, si conterebbero i 99 senatori Pd, i 27 di Alternativa Popolare, i 4 Udc, i 3 di Idv e molto probabilmente i tre di "Fare!". In questo caso, il totale ammonterebbe a 136 Sì: una quota che potrebbe crescere di qualche unità, ma che difficilmente basterebbe a incassare il disco verde dell'Aula del Senato.

(di Chiara Scalise/ANSA)

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